Grassi trans: come evitarli, ecco perchè fanno male
I grassi trans sono una categoria di acidi grassi insaturi che si formano principalmente durante i processi industriali, come l’idrogenazione degli oli vegetali. Questo trattamento serve a rendere più stabili e solidi gli oli, migliorando la consistenza e la conservazione dei prodotti, ma ha un impatto negativo sulla salute.
Il problema principale è che i grassi trans aumentano il colesterolo LDL (quello “cattivo”) e abbassano l’HDL (quello “buono”), favorendo l’accumulo di placche nelle arterie. Questo effetto li rende tra i principali responsabili dell’aumento del rischio cardiovascolare, inclusi infarto e ictus. Anche in quantità ridotte, possono alterare il metabolismo e aumentare l’infiammazione a livello sistemico.
Si trovano in molti prodotti industriali, soprattutto nei cibi ultra-processati. I più comuni sono:
- Merendine, biscotti e prodotti da forno confezionati
- Snack salati e patatine
- Margarine non specificamente dichiarate “senza grassi trans”
- Cibi da fast food come hamburger, fritti e pizze surgelate
- Popcorn per microonde
Non vanno confusi con i grassi trans naturali, presenti in piccolissime quantità in alcuni alimenti di origine animale come latte e carne. Questi, in dosi moderate, non sembrano avere lo stesso effetto dannoso.
In molti paesi, tra cui quelli dell’Unione Europea, l’uso di grassi trans industriali è stato regolamentato o ridotto drasticamente, ma la loro presenza nei prodotti importati o meno recenti non è ancora del tutto scomparsa. Per evitarli, è utile leggere le etichette: se trovi la dicitura “oli vegetali parzialmente idrogenati”, è meglio lasciar perdere.
Consumare meno grassi trans significa ridurre il rischio di malattie cardiache, diabete di tipo 2 e infiammazioni croniche. Scegliere grassi buoni, come quelli dell’olio extravergine d’oliva, della frutta secca o del pesce azzurro, è un modo semplice e concreto per proteggere il cuore ogni giorno.