Scienza

Troppi videogame fanno male, ma l’Alzheimer non c’entra

videogiochi-bambini alzheimer

I Videogiochi un pericolo per il nostro cervello? Gli studi recenti sono contraddittori, perchè a volte si parla di uno timolo utile altre volte di un’abitudine dannosa. Secondo uno studio pubblicato sul Royal Society Journal inglese dal professor Greg West, psicologo dell’Università di Montreal, i videogiochi possono arrivare a creare degli episodi psicotici, considerato che possono causare una specie di “robotizzazione” del cervello.

Secondo lo studio, su 59 giocatori di videogames assidui, la maggior parte tende a usare il cervello secondo uno schema preciso. Questi soggetti rispondono agli eventi quotidiani attraverso la cosiddetta “memoria procedurale” e non attraverso il normale ragionamento. I soggetti studiati erano 26 giocatori di videogame d’azione (actionVGP) e 33 non giocatori (nonVGP). Ebbene coloro che giocano frequentemente ai videogame pare utilizzino la “response strategy” (80.76%) rispetto a coloro che non giocano (42.42%) i quali invece utilizzerebbero una strategia chiamata “spatial strategy”, un pensiero più “ragionato” che farebbe riferimento ad una memoria legata allo spazio. “Studi precedenti” si legge nell’articolo “hanno dimostrato che la diminuzione del volume nell’ippocampo possa precedere l’insorgenza di molti disturbi neurologici e psichiatrici.videogame-alzheimer2

Se i giocatori di videogame d’azione hanno una materia grigia minore nell’ippocampo, allora potrebbero incorrere in un rischio maggiore di sviluppare disturbi neurologici e psichiatrici durante la loro vita”. Ma prima che si facciano collegamenti affrettati tra videogame e Alzheimer, vale la pena riportare quano scritto da Wired cui lo stesso professor West spiega: “I nostri risultati attualmente non corroborano l’affermazione per cui i videogiochi d’azione sono direttamente collegati al morbo di Alzheimer”. Piuttosto, spiega, “ciò che dimostrano è che è più probabile che chi usa quei giochi usi strategia di orientamento associate a un ridotto volume dell’ippocampo”.

Resta il consiglio di non esagerare e di intervallare i momenti di gioco con piccole pause, in modo da non stressare troppo l’organismo. L’ideale sarebbe una sosta di 5 minuti ogni ora, cercando di limitare le sessioni troppo lunghe di gioco. Il problema come sempre sta negli eccessi, perchè i ricercatori stimano che in media all’età di 21 anni, un giovane ha passato in media più di 10mila ore davanti a un videogioco, cosa che ha un impatto sul nucleo caudato del cervello, che contribuisce all’elaborazione di alcune funzioni cerebrali, tra cui la vista e il movimento. Il tutto ha un effetto negativo sull’uso di un’altra regione del cervello nel sistema limbico, chiamata ippocampo – che invece svolge un ruolo fondamentale nella memoria a lungo termine, nella navigazione spaziale e nella gestione delle emozioni.

L’importante è non arrivare a questi livelli