Intrattenimento

Riforma pensioni 2013: Giovannini, Letta e Damiano pensano a esodati e disoccupati

Cresce l’attesa per la riforma delle pensioni, ennesimo banco di prova per il governo Letta che deve tirare su il morale a una grossa fetta di popolazione. In attesa che ci si segga attorno a un tavolo per discutere la situazione e prenderla di petto, come fatto per il mondo dell’occupazione, si parla della proposta Damiano e delle pensioni flessibili, con diverse ipotesi di riforma.

In particolar modo urge dare una risposta ai lavoratori disoccupati e agli esodati che potrebbero riuscire ad andare in pensione entro fine anno. Ma ci sarebbe un prezzo da pagare, nel vero senso della parola: assisterebbero gioco forza a una consistente riduzione dell’assegno pensionistico.


Enrico Giovannini e il premier Enrico Letta puntano a una riforma del sistema pensionistico finalizzato a un allargamento con conseguenti penalizzazioni della flessibilità.

Si pensa di continuare sulla strada della riforma Fornero con un aumento della penalizzazione, oppure a una riduzione dell’assegno di circa l’8-12% ma si potrebbe arrivare anche al 15%.

La proposta Damiano-Baretta punta all’autonoma decisione di andare in pensione alla fascia tra i 62 e i 70 anni di età, purchè abbiano maturato un’anzianità contributiva di almeno 35 anni. La pensione 66 anni viene tagliata di un importo del 2%, per ogni anno di pensionamento anticipato, fino a un massimo dell’8%. Insomma chi va in pensione a 65 anni subisce un taglio di due punti percentuali, 4% a 64 anni e 6% a 63 anni. Infine a 62 anni, 8%.

Nel frattempo una buona notizia arriva dal sì Ue a una maggiore flessibilità all’Italia sui conti pubblici: “E’ una svolta concreta per attuare la crescita che attendiamo da tempo”, dice Speranza, capogruppo del Pd alla Camera. “Accanto al rigore, che va mantenuto, la decisione della Ue -precisa- consente finalmente di attuare quelle politiche virtuose, necessarie per ottenere sviluppo e occupazione”. A Letta “un pauso” per la battaglia condotta. Pisocchio, presidente del Gruppo Misto della Camera, rilancia: “Ora serve un piano per la crescita e lo sviluppo”. Nota: “Servirebbe un’iniezione di keynesismo” per uscire dalla crisi.governo-letta

Controcorrente con questo ottimismo Grillo: “Napolitano vada in televisione, in prima serata e parli alla Nazione. Dica la verità sullo stato dell’economia, sulle misure che dovremo prendere, sui sacrifici enormi che ci aspettano”. “Napolitano imponga la cancellazione del Porcellum, contro cui alla Camera ha votato soltanto il M5S e un solo deputato del pdmenoelle e sciolga il Parlamento. Quest’agonia non può durare” perchè l’italiano “può diventare feroce. Chiedo un incontro con Napolitano”.