Una campagna di sensibilizzazione richiama l’attenzione su nei e lesioni cutanee, promuovendo la diagnosi precoce per prevenire melanomi e cheratosi attiniche.
Prevenzione e auto-controllo
Individuare in tempo anomalie cutanee è essenziale per una diagnosi precoce. Lesioni insolite, nei che cambiano forma, colore o dimensione, oppure che presentano bordi irregolari, devono indurre a una visita dermatologica. Il metodo ABCDE – asimmetria, bordi, colore, diametro ed evoluzione – rappresenta una guida semplice per il controllo domestico. Monitorare periodicamente la pelle, anche con l’aiuto di uno specchio o di un familiare, riduce il rischio di diagnosi tardive. Oltre ai nei, l’attenzione si concentra anche sulle cheratosi attiniche, lesioni precancerose legate all’esposizione solare.
Cheratosi attinica: fattori di rischio e diffusione
Questa condizione, classificata dal 2016 come tumore cutaneo dal Ministero della Salute, interessa in particolare le zone cronicamente esposte al sole, come viso, orecchie, mani e cuoio capelluto nelle persone calve. Colpisce più frequentemente individui con carnagione chiara e occhi chiari, soprattutto dopo i 40 anni. Le macchie, inizialmente ruvide al tatto, tendono a ispessirsi nel tempo e possono evolvere in carcinoma squamocellulare invasivo. In Italia si stima che ne soffrano circa 400mila persone.
Trattamenti e interventi dermatologici
Il trattamento varia in base al numero e alla localizzazione delle lesioni. Nei casi isolati, la crioterapia con azoto liquido consente la rimozione in poche settimane. Se le cheratosi sono diffuse, il dermatologo può prescrivere terapie topiche specifiche, come creme o gel ad azione mirata, per trattare l’area interessata e prevenire nuove lesioni. Una valutazione specialistica periodica rimane fondamentale per monitorare lo stato della pelle e intervenire tempestivamente.