Glutine e lattosio: come capire se devi evitarli
Evitare glutine o lattosio ha senso solo se c’è una reale intolleranza o sensibilità. Escluderli senza motivo può peggiorare la dieta e confondere i segnali del corpo. Capire se è il caso di eliminarli richiede attenzione a sintomi ricorrenti e, quando serve, esami mirati.
Quando sospettare un’intolleranza al lattosio:
I sintomi più comuni compaiono entro 30-60 minuti dall’assunzione di latte o derivati: gonfiore, crampi, diarrea, borborigmi, nausea. Sono causati dalla carenza dell’enzima lattasi, che serve a digerire il lattosio. Se i disturbi compaiono spesso dopo formaggi freschi, yogurt o cappuccino, è il caso di parlarne con un medico e fare il breath test al lattosio, che è semplice e non invasivo.
Quando sospettare un’intolleranza o sensibilità al glutine:
I sintomi sono più vari e meno immediati. Si va da gonfiore e dolori addominali a stanchezza cronica, mal di testa, afte, anemia e sbalzi d’umore. Se la celiachia è esclusa tramite esami del sangue specifici (anticorpi anti-transglutaminasi) e biopsia, si può parlare di sensibilità al glutine non celiaca, una condizione ancora poco chiara, ma reale per molte persone. Anche in questo caso, l’eliminazione va fatta sotto controllo medico, mai in autonomia.
Attenzione agli effetti placebo:
Molte persone si sentono meglio eliminando glutine o lattosio, ma non per motivi legati a intolleranze. Spesso l’effetto è dovuto alla rimozione di alimenti industriali e pesanti (pizze, merendine, dolci), non della sostanza in sé.
Cosa fare se sospetti una reazione:
Tieni un diario alimentare per almeno due settimane, annotando cosa mangi e come ti senti dopo. Se emergono correlazioni, parlane con uno specialista. Fare test inutili o seguire diete restrittive “fai da te” può portare a carenze e peggiorare la qualità della vita.
Glutine e lattosio non fanno male a tutti, ma solo a chi non li digerisce correttamente. Capirlo con metodo, invece che per moda, è l’unico modo per fare scelte sane e personalizzate.