Salute

Attenzione ai tamponi fai da te per il Covid: il rischio è altissimo

Che attendibilità hanno i test del tampone fai-da-te di cui si sta facendo largo consumo, e forse abuso, in questo periodo di picco della pandemia? Il tampone fai da te per molti è stata una valida alternativa al tampone da fare in farmacia, per scongiurare attese infinite, al freddo e a volte sotto la pioggia. Si tratta in ogni caso di un test valido solo per chi ha voluto verificare la propria positività o negatività per “curiosità personale” dal momento che non hanno alcun valore ufficiale non essendo riconosciuti. E il motivo è che si tratta di test poco attendibili.

In pochi lo utilizzano al meglio

Si tratta di test in vendita nelle tabaccherie e nei supermercati, in grado di dare un responso molto poco attendibile. Si può anzi dire che in molti casi diano il risultato sbagliato. In particolare, ci si deve insospettire se l’esito negativo. Il motivo è anche da ricercare nel fatto che non tutti li utilizzano al meglio.

«Ci sono stati mutuati – ha spiegato al Messaggero il dottor Alberto Chiriatti, vice segretario regionale della Fimmg Lazio – che a fronte di una sintomatologia riconducibile al Covid, febbre o raffreddore, o anche senza soffrire di nulla e dunque a mero scopo di controllo, hanno svolto il tampone a casa da soli risultando negativi quando invece erano positivi». Gli errori ammontano al 66%. Questo perché l’analisi non viene eseguita in modo corretto: «Il problema sul positivo non esiste – aggiunge Ombretta Papa, medico di famiglia – il guaio subentra su chi risulta negativo a casa ma in realtà ha contratto il virus».

Infettare senza saperlo

Il test può risultare un’arma a doppio taglio, perchè chi riceve responso negativo abbassa la soglia di prudenza, e diserta il tampone in farmacia e dal medico. Il risultato è che il soggetto continua normalmente la sua vita sociale, e nel caso sia positivo, continua a infettare senza saperlo. Convinto di essere anzi negativo.

«L’altro problema – spiega il vice segretario regionale della Fimmg Lazio – riguarda la procedura che segue: se un cittadino che si fa da solo il test a casa risulta positivo, deve comunque eseguire un nuovo tampone o dal medico o in farmacia o nei laboratori di analisi o ancora nei drive-in perché deve essere inserito nel sistema del conteggio e del tracciamento dal momento che il tampone “fai-da-te” ha semplicemente una validità diagnostica».

Sconsigliato da Federfarma

Conferma lo scetticismo anche Federfarma: «Il tampone “fai-da-te” lo abbiamo sempre sconsigliato fin dall’inizio – spiega Alfredo Procaccini, vicepresidente dell’associazione dei farmacisti – perché pur essendo valido come strumento, l’operatore ovvero il cittadino, non riesce ad eseguirlo nel 90% dei casi come invece fa un infermiere, un sanitario, un medico, un farmacista e poi per quanto sia bravo ad eseguire il test, salta il tracciamento».