Variante Omicron verso i 500mila al giorno: picco di morti a febbraio
L’Italia sta vivendo un momento molto delicato e se vogliamo paradossale della pandemia. C’è un numero altissimo di contagi, dovuto alla variante Omicron, che spaventa. Un numero di contagi mai visto nel nostro Paese. Al tempo stesso, per merito dei vaccini e della natura poco aggressiva della variante Omicron stessa, non stiamo assistendo, per il momento, a una emergenza sanitaria.
Ospedali sotto pressione ma non troppo
Gli ospedali sono alle prese con molti casi, ma sembrano ancora in grado di reggere l’urto. Anche il numero di decessi è lontano da quelli record di un anno fa. Insomma una fase i cui, pur con tutte le precauzioni del caso, si può pensare di iniziare a convivere con il virus.
Lo spiega l’epidemiologo italiano Lorenzo Monasta, collaboratore per l’Italia con l’Ihme (Centro di ricerca sanitaria globale indipendente) dell’Università di Washington, intervistato da Repubblica: “Non è escluso che ci si avvicini ai 500mila casi al giorno, come dice l’Istituto” afferma Monasta. “L’occupazione dei letti ospedalieri salirà ma non arriveremo ai livelli dei momenti più duri della pandemia“, sottolinea Monasta. Siamo ancora in attesa del picco di contagi, che precederà il calo “sia per le restrizioni che per i vaccini, come è successo altrove”.
Picco di morti a febbraio
Non solo: le morti “che vediamo adesso sono di persone contagiate da molti giorni, quindi probabilmente colpite ancora dalla variante Delta. Dobbiamo attendere per comprendere il vero impatto di Omicron sui decessi”, dice a Repubblica l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco. La nuova variante non colpisce i polmoni, per questo è meno letale.
Secondo l’Ihme, in ogni caso, il picco dei decessi potrebbe arrivare a metà febbraio e potrebbe essere compreso tra 350 e 580 persone al giorno “a seconda di quanto sono usate le mascherine ma anche di quanto si rivelerà violenta Omicron. Ma con la nuova variante non è facile fare previsioni”.
Lopalco in ogni caso è ottimista, convinto che Covid-19 diventerà presto un virus endemico “con tantissime infezioni, molti casi lievi e pochissimi clinicamente gravi”, spiega l’epidemiologo. “I guai riguardano soprattutto anziani per i quali è calata la risposta vaccinale e i non vaccinati. È bene quindi tenere alta la guardia”.