Finge di impiccarsi per scherzo in una videochiamata, ma qualcosa va storto
Questo è il momento in cui un ragazzo ubriaco di venticinque anni si impicca accidentalmente mentre finge di suicidarsi in uno scherzo in videochiamata a un amico.
L’incidente è avvenuto nel villaggio di Daminedu, nel distretto di Chittoor, nello stato indiano orientale dell’Andhra Pradesh, quando il meccanico di 25 anni, identificato come Siva, ha chiamato il suo amico.
Secondo i media locali, Siva è alcolizzato da tre anni e si dice che abbia bevuto particolarmente nel corso dell’ultimo mese.
Verso le 22:00 della fatidica sera, ha chiamato il suo amico in una città vicina e ha scherzato sul fatto che si sarebbe suicidato appeso al ventilatore a soffitto.
Sebbene il suo amico credesse che Siva stesse scherzando, ha immediatamente avvisato la polizia mentre continuava la videochiamata.
Siva ha modellato un cappio con l’abito da donna ‘sari’ e l’ha legato al ventilatore a soffitto, come si vede nel filmato scioccante.
Nella clip, viene visto salutare la telecamera prima di abbassarsi dal letto.
Mentre combatte per la vita, riesce a mettersi in piedi sul letto e a spostare il peso, ma sembra svenire e viene lasciato appeso al collo.
Alla fine del filmato, i suoi cari sono visti correre nella stanza per cercare di aiutare l’uomo senza vita.
Il portavoce della polizia G. Ashok Kumar ha detto che Siva era già morto quando gli agenti sono arrivati sulla scena.
Ha aggiunto: “Siccome Shiva aveva sprangato la porta dall’interno, doveva essere sfondata. Passando al video, è chiaro che ha provato a fare uno scherzo, ma gli è costata la vita. ”
Secondo il funzionario, a parte il suo problema con il bere, Siva era considerato una persona amichevole da amici e colleghi, e non era mai stato coinvolto in alcuna attività criminale.
Kumar ha detto: “La pesante dipendenza dai liquori lo aveva gettato in un disturbo psicologico”.
Ha confermato che è stata avviata un’indagine e che il corpo di Siva è stato portato in un vicino ospedale dell’obitorio per sottoporlo all’autopsia.