Ludopatia: i luoghi comuni sulla dipendenza patologica dal gioco
Si sente spesso parlare di ludopatia come il primo effetto secondario del gioco d’azzardo, un side come il mal di pancia quando si prende un potente antinfiammatorio o il mal di testa dopo una sbornia postuma ad una serata alcolica. Ma sulla parola ludopatia ruotano anche degli aspetti che vanno al di là di una malattia che colpisce in Italia una percentuale di giocatori compresa fra lo 0,5 e il 2,2% su una base attiva di 23 milioni.
In primis annoveriamo il classico cavallo di battaglia di molte associazioni no slot e gruppi politici, che da anni lottano fianco a fianco per tentare di oscurare il settore dei Giochi, considerato il principale responsabile di questa malattia. Ultima battaglia in ordine di tempo è quella relativa a Legge di Stabilità 2016, che all’interno del nuovo testo redatto dalle commissioni parlamentari, include diverse interventi restrittivi nei confronti dell’industria, come una tassazione aggiuntiva da 1,1 miliardi di euro distribuita tra new slot, video lotteries e tutte le altre categorie di giochi che mettono in palio vincite in denaro. Nei mesi precedenti sono stati presenti diversi emendamenti per abolire la pubblicità sui mezzi di comunicazioni di masse e persino di vietare quasi completamente il gioco d’azzardo.
La crociata nei confronti del gioco d’azzardo come causa della dipendenza patologica risulta essere priva di fondamenta, soprattutto dal punto di vista sperimentale. Diversi studi compiuti da team universitari hanno evidenziato come la dipendenza patologica esuli dal gioco in senso stretto.
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La malattia, da qualche anno riconosciuta e catalogata dall’ordine internazionale degli psichiatri, colpisce principalmente le fasce deboli, in particolare disoccupati, persone con problemi in famiglia e relazionali, anziani depressi. La ludopatia e quel desiderio compulsivo di giocare sono frutto di disagi interiori che non hanno nulla a che fare con l’alta diffusione di slot machine, con la vicinanza di una sala scommesse e con la possibilità di collegarsi da qualsiasi punto della terra provvisto di connessione Adsl ad una delle piattaforme online che offre questa tipologia di giochi. Le macchinette o le room di poker rappresentano una sorta di valvola di sfogo per alcuni soggetti con problemi economici e relazionali.
Definire il gioco d’azzardo come il fattore che genera la ludopatia è errato, perché le cause risiedono nel disagio psichico che stanno affrontando quella piccola percentuale dei giocatori attivi nel nostro paese. Come per tutte le patologie è necessario debellare il male alla radice offrendo supporto familiare e medico a tutti coloro che soffrono di questo male oscuro. I governi regionali si sono mossi con l’attivazione di diversi centri di osservazione, ove interagiscono tra di loro esperti del settore e personale medico, le piattaforme legalizzate AAMS finanziano mensilmente le strutture che si occupano dell’assistenza ai giocatori patologici per migliorare il loro stato di salute.
Tutti remano dalla stessa parte, compreso il Governo e l’Erario, vista l’importanza a livello di bilanci economici del settore dei giochi. L’Italia e gli altri paesi in cui questo fenomeno è diffuso hanno bisogno di una svolta epocale che dovrebbe portare all’integrazione del gioco responsabile nella società, come avviene in diverse nazioni all’avanguardia. Demonizzare un settore per partito preso non è un approccio metodologico e/o serio per sconfiggere un male. Il ludopata potrebbe trasformarsi in un alcolista o in un tossico. Le patologie psicologiche possono essere sconfitte solo grazie al contributo di tutti, perché il male è spesso invisibile e tocca a noi aiutare tutti coloro che hanno bisogno di un supporto per superare un momento di difficoltà.