Salute

Primo trapianto di cranio in 3D su bambina cinese

la mamma della bambina cinese si commuoveStraordinario intervento su una bambina cinese di soli 3 anni, Han Han, alla quale è stato impiantata una intera calotta cranica, realizzata in titanio. Un intervento durato 17 ore, realizzato al Second People’s Hospital, nella provincia cinese di Hunan. La bambina era sofferente a causa di una forma di idrocefalo congenito, patologia che comporta l’accumularsi di liquido cerebrospinale nel cervello. Ormai la bambina correva un grave rischio, perchè il cranio era diventato quattro volte più grande rispetto al normale.




L’intervento, infatti, è completamente riuscito e la bambina sta bene ed è pronta affrontare la terapia post-operatoria. L’operazione è stata resa possibile dal fatto che Chen Youzhi, il padre di Han Han, è riuscito a raccogliere i 400-500 mila Yuan necessari, grazie a una serie di donazioni online. Insomma un mix di intraprendenza del padre, generosità della rete grazie al crowdfunding e competenza dei medici. Il resto lo hanno fatto la piccola che si è dimostrata davvero forte e la mamma che le è stata sempre vicino con il suo amore. La sua foto mentre si commuove quando guarda la bambina sveglia dopo l’intervento ha fatto il giro del mondo.

Dopo aver assistito al primo trapianto di cranio effettuato mediante il ricorso ad una stampante 3D su una giovane donna in Olanda solo pochi mesi fa, la chirurgia mondiale replica allargando il suo campo anche a quello infantile. La giovane dei Paesi Bassi un anno fa subì la stessa operazione, per sostituire un cranio ispessito che premeva sul suo cervello. Anche a Utrecht tutto andò per il meglio. Altro precedente quello del 2013, quando un altro paziente, un uomo americano, aveva subito la asportazione e sostituzione del 70 per cento del suo cranio. Tutti gli interventi hanno avuto esiti positivi. L’intervento – l’ultimo sulla piccola in ordine di tempo avvenuto tra il 14 e il 15 luglio scorsi – per i medici ha avuto esiti positivi: ora non resta che attendere il normale decorso post operatorio, ma dall’equipe medica filtra cauto ottimismo.