Alimentazione

Immunonutrizione, mangiare bene per aumentare le difese

Immunonutrizione, mangiare bene per aumentare le difese
Il sistema immunitario è la nostra arma più importante per difenderci dalle aggressioni esterne e interne che ogni giorno metterebbero altrimenti seriamente a rischio la nostra vita. Ecco perchè è importantissimo prendercene cura e fare in modo da seguire le abitudini che possano aiutarlo a restare forte ed efficiente. In questo senso la dieta diventa un alleato fondamentale. La scienza che studia questa strategia è l’immunonutrizione, branca scientifica che indica come difendere il nostro organismo attraverso la giusta alimentazione.

In questo senso i nutrizionisti regalano chicche interessanti, alcune delle quali potrebbero rivoluzionare le nostre abitudini e farci scoprire il motivo per cui siamo meno forti davanti alle infezioni o ai mali stagionali di quanto potremmo essere: ad esempio non bisogna mai mischiare il latte con la frutta, e il tè con il cioccolato. Ci sono anche indicazioni più classiche come il preferire frutta e verdura fresca, che non vanno mai conservate in busta.

Una attenzione particolare andrebbe riservata ai probiotici, vale a dire i batteri buoni, oltre ai cibi che contengono un alto contenuto di omega 3 come il pesce azzurro, e l’olio d’oliva. Demonizzato, come accade ormai spesso ultimamente, l’olio di palma e i grassi nocivi.

L’immunonutrizione si basa sul principio che qualunque cosa mangiamo scatena una reazione nel sistema immunitario. In questo senso, se il cibo fa bene può agire da vero e proprio farmaco, al contrario i cibi che fanno male peggiorano la situazione.

Il junk food, il cibo spazzatura dei fast food oppure quello che mangiamo a casa come bibite gassate iperzuccherate, patatine fritte in busta e simili, produce una reazione immunitaria che dura fino a 8 ore dopo il pasto. Quantomeno, ricordatevi quando mangiate questi cibi, se proprio non potete farne a meno, di mangiare poi anche alimenti o bevande di origine vegetale che abbassano lo stress dell’organismo. Purchè questa non diventi una scusa: insomma non pensiate di poter mangiare hamburger al fast food tutti i giorni prendendo poi come antidoto una insalata o una macedonia.

L’ideale per aiutare il sistema immunitario sarebbe anche scegliere cibi che hanno molecole vegetali attive come frutta e verdura che attenuano gli stati infiammatori e prevengono l’invecchiamento del sistema immunitario.

Invece bisognerebbe stare ala larga da cibi producono intolleranze o allergie. Sì invece ai probiotici, batteri buoni che prevengono le infiammazioni intestinali e le alterazioni immunitarie che colpiscono gli obesi.

E poi c’è l’alleato per la salute per eccellenza, quell’olio extravergine d’oliva, anticancerogeno e ricco di grassi omega 3, in grado di agire come vero e proprio farmaco preventivo contro l’insorgenza di malattie cardiovascolari.

L’immunonutrizione è portata avanti in Italia da Mauro Serafini, responsabile del laboratorio di Alimenti funzionali e prevenzione dello stress metabolico presso il Consiglio per la ricerca in Agricoltura, e Emilio Jirillo, professore di Immunologia all’Università di Bari, nel volume “Mangiare per prevenire”. Negli ultimi dieci anni circa gli studi di Jirillo si sono rivolti verso la immunonutrizione e cioè la risposta immunitaria livello intestinale nei confronti del cibo. In particolare i risultati più significativi sono stati ottenuti nel settore dei polifenoli estratti dall’uva nera (Negroamaro e Nero di Troia) in quanto tali sostanze manifestano proprietà antiinfiammatorie sia in vitro che in vivo. Alcuni studi condotti in cooperazione con colleghi giapponesi della Università Kitasato in Tokyo hanno portato alla realizzazione di un prodotto arricchito in polifenoli che viene utilizzato in Giappone in trial clinici in pazienti con rinite allergica o colite ulcerosa.Una ricerca in atto si basa sulla somminstrazione di polifenoli da Nero di Troia in spigole di allevamento con l’ intento di diminuire le infezioni dei pesci in acquacoltura e altresì potenziandone la risposta immunitaria. Tale procedura nutrizionale potrebbe essere importante per la risoluzione della mortalità per infezioni dei salmoni norvegesi.