Medicina

Sta bene 14enne rimasto 42 minuti sott’acqua

Sta bene 14enne rimasto 42 minuti sott'acqua
Un pizzico di follia: è quello che devono avere i rianimatori per essere spinti a credere di poter salvare una vita anche quando tutte le evidenze dicono il contrario. L’unico modo per scrivere pagine della medicina come quella che ha visto coinvolto un 14enne rimasto sott’acqua per 42 minuti, salvato grazie alla “testardaggine” dei medici. «Un caso su un milione» assicurano i dottori, cosa che amplifica i loro meriti, per averci creduto fino in fondo. Il ragazzino si era tuffato nel Naviglio ma era rimasto intrappolato sott’acqua per un tempo interminabile. I medici del San Raffaele hanno messo in atto una procedura estrema: assistenza meccanica con circolazione extracorporea. E l’hanno salvato. Adesso sta bene, e i genitori sono tra l’incredulo, il riconoscente e il settimo cielo.

Tutto merito dei vigili del fuoco, dei rianimatori del 118 e soprattutto all’equipe di rianimazione cardio-toraco-vascolare del San Raffaele diretta dal professor Alberto Zangrillo: «È la più grande soddisfazione di tutta la mia carriera professionale». «Le condizioni limite per sperare in una ripresa sono l’immersione in acque non più calde di 5 gradi per un tempo non superiore ai 20 minuti, e in arresto cardiaco per non più di 6 minuti».

Sta bene 14enne rimasto 42 minuti sott'acqua

Il ragazzo sta bene, è tifoso della Juventus e la prima cosa che ha chiesto è cosa ha fatto la Juventus in Champions. Il 6 giugno potrà godersi la finale contro il Barcellona insieme alla sua famiglia e ai suoi amici. E’ stato necessario amputare la gamba destra sotto il ginocchio, per un problema di perfusione, ma la ripresa è stata totale. Un sacrificio che sembra quasi niente se si pensa che il ragazzo era praticamente morto. Michael, di 14 anni, si era gettato il 24 aprile scorso nel naviglio a Castelletto di Cuggiono con 4 amici ma era rimasto intrappolato e le acque torbide avevano ostacolato i soccorsi. Era stato portato a riva dai Vigili del fuoco. Era scivolato a una profondità di 2 metri e i vigili del fuoco, avvertiti da alcuni testimoni, avevano fatto fatica a scorgerlo e a riportarlo in superficie a causa delle acque torbide.

Il 118 e i vigili del fuoco sono riusciti a riportarlo a terra dopo 40 minuti nell’acqua a 15 gradi. Il cuore era fermo e la circolazione bloccata: i polmoni si sono riempiti di acqua. Ma i soccorritori non si sono persi d’animo e sono riusciti a far ripartire il battito, per poi portarlo in ospedale con l’elisoccorso. Dopo circa un mese di convalescenza, il ragazzo si è ripreso e sta bene. “Nel corso di questo ultimo mese – hanno spiegato dall’Irccs – Michi ha sorprendentemente recuperato con gradualità l’autonomia delle sue funzioni vitali, consentendo ai rianimatori un progressivo e lento svezzamento dall’Ecmo”. “Alla scienza rivolgo un appello”, dichiara in conferenza stampa il medico personale del leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi: “Quello di riconsiderare i parametri che oggi guidano l’agire dei rianimatori”.

“Oggi – sottolinea il medico – si ritiene che dopo un tempo di arresto cardiocircolatorio superiore a 6 minuti non vi sia più possibilità di recupero, mentre Michi è rimasto in questa condizione per un tempo stimato in varie decine di minuti”. E ancora: “Le chance sono considerate nulle – prosegue lo specialista – se il periodo trascorso sott’acqua supera i 20-25 minuti a una temperatura maggiore di 5 gradi, mentre Michi è rimasto in sommersione a 15 gradi e per un tempo più che doppio. Dalle 16.53, orario del tuffo riportato sul verbale, alle 17.35 quando i sommozzatori dei Vigili del fuoco l’hanno riportato in superficie. Almeno 42 minuti”.