Farmaci

Aids, scoperta la porta di casa dell’Hiv

Aids, scoperta la porta di casa dell'Hiv

La ricerca contro l’Aids fa segnare un altro punto a favore dei ricercatori con la notizia che è stata individuata quella che è stata definita “la porta di casa” del virus dell’Hiv che consentirebbe di debellare l’infezione. Il risultato è tutto italiano ed è stato ottenuto dal Centro internazionale di ingegneria genetica e biotecnologie di Trieste che ha individuato dove si nasconde il virus dopo che ha infettato le cellule.

Una notizia importantissima che apre nuove strade alla ricerca e che è stata illustrata nella Conferenza italiana su Aids e retrovirus di Riccione.Aids, scoperta la porta di casa dell'Hiv

“Sarà ora possibile preparare farmaci mirati a bloccare l’integrazione del Dna del virus. Questi potrebbero consentire l’eradicazione definitiva dell’infezione”, ha spiegato il professor Mauro Giacca, responsabile della ricerca, medico ricercatore e direttore del Centro internazionale di ingegneria genetica e biotecnologie (Icgeb).

“Abbiamo sviluppato una tecnica di microscopia sofisticata che permette di capire dove va a finire il Dna del virus. L’abbiamo trovato tutto nella periferia del nucleo, vicino ai pori nucleari, ovvero alle porte di ingresso attraverso cui le molecole entrano e escono dal nucleo. Il virus sfrutta il passaggio attraverso queste porte e, non appena entrato nel nucleo, va a integrare il proprio Dna in quello della cellula”.

La scoperta importante è che la cellula con il virus non risponde ai farmaci. Lo scopo è impedire al virus di sfruttare questo passaggio in modo da evitare ogni sua replicazione. Bisogna considerare che finora non si è mai verificato un caso di guarigione definitiva. In California è stato avviato un progetto basato su una speciale pillola, che abbatte le probabilità di infezione da Hiv, per la cui prevenzione è stato prodotto in Italia un vaccino che sembra funzionare. La scoperta è stata presentata durante la VII Conferenza italiana su Aids e retrovirus (Icar), organizzato dai presidenti del Congresso Cristina Mussini, Laura Sighinolfi e Andrea Cossarizza, che si è conclusa ieri a Riccione, con oltre 1200 partecipanti, di cui 800 specialisti presso il Palazzo dei Congressi.Aids, scoperta la porta di casa dell'Hiv

L’evento pone all’attenzione della comunità scientifica la necessità di individuare percorsi di diagnosi e cura dell’infezione da HIV che si basino sulle interazioni tra ricerca di base, ricerca diagnostico-clinica ed esigenze delle persone sieropositive. “C’è una preoccupante quota di infezioni tra i 25 e i 29 anni – ha detto una delle presidenti del Congresso, Laura Sighinolfi responsabile della struttura semplice per la gestione Infezione da HIV della Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara – Questi sono nati quando l’infezione era già nota, ed una corretta informazione durante l’adolescenza avrebbe potuto evitare il contagio. Per questo che bisogna puntare ulteriormente alla comunicazione e la prevenzione, soprattutto per le nuove generazioni”.

Dal 1981 circa 78 milioni di persone sono state infettate dal virus dell’Aids, che distrugge le cellule immunitarie lasciando il corpo esposto a patologie opportunistiche come la tubercolosi e la polmonite. Finora 39 milioni di persone sono morte, secondo le stime Onu. I farmaci antiretrovirali, risalenti a metà degli anni ’90, permettono di tenere sotto controllo l’infezione, ma non sno in grado né di eliminare il virus né di prevenire il contagio. Solo la prevenzione, soprattutto in ambito sessuale, può ridurre i contagi.