Bellezza

Chirurgia estetica, come riconoscere la professionalità del chirurgo

“Chi bella vuole apparire un poco deve soffrire” recita il proverbio; ma nel caso della chirurgia estetica vale ancora il detto? Prima di sottoporsi ad un intervento, come si riconosce la serietà e la professionalità del nostro chirurgo? Come si può ridurre il rischio di esito insoddisfacente? Quali sono i diritti dei pazienti? Come la legge li tutela?

“In Italia la chirurgia estetica può essere praticata da ogni laureato in medicina e chirurgia, ma un professionista che ha conseguito la formazione specifica di chirurgo plastico ed estetico attraverso un percorso di cinque anni in ospedale, fornisce delle credenziali verificabili quanto meno sugli insegnamenti ricevuti. – spiega la Dott.ssa Francesca Romana Grippaudo, Professore aggregato di Chirurgia Plastica presso Sapienza, Università di Roma – Un altro aspetto che bisogna valutare, e che incide notevolmente sul preventivo di un intervento chirurgico, è il luogo dove sarà eseguito l’intervento: clinica piuttosto che  centro di Day Surgery oppure studio del professionista. Anche in questo caso è sempre indispensabile la verifica sulla congruità della sede proposta per l’intervento, al fine di essere certi che l’intervento sarà eseguito in sicurezza o per quanto attiene alla sterilità, alle attrezzature chirurgiche e mediche disponibili ecc.Chirurgia estetica, come riconoscere la professionalità del chirurgo

L’autorizzazione di centro di Day Surgery o di ambulatorio chirurgico con il tipo di interventi previsti deve essere esposto o visionabile a richiesta del paziente. Purtroppo nei Tribunali più di una volta è emerso che il risultato insoddisfacente era stato causato da errore per imperizia del medico operatore, non sufficientemente qualificato per l’intervento eseguito, oppure per complicanze infettive o emorragiche non trattate tempestivamente per la non congruità dei luoghi dove le prestazioni mediche erano state eseguite. Un ultimo scottante capitolo – conclude la Dott.ssa Grippaudo – riguarda i dispositivi medico chirurgici impiegati in chirurgia estetica: bisogna sempre chiedere al chirurgo quali protesi saranno impiantate, oppure quale filler è veramente inserito nella punturina e farsi rilasciare l’etichetta con il numero di lotto. Se ciò non dovesse avvenire è possibile che il medico stia impiantando un materiale diverso da quello dichiarato, come verificato più volte in tribunale”.

“Dal punto di vista legale – spiega l’Avvocato Annaluce Licheri – il primo obbligo connesso alla prestazione del medico, è senza dubbio quello di una corretta informazione al paziente: il medico è tenuto ad effettuare la diagnosi, consigliare la terapia, e fornire specificamente tutte le informazioni connesse. Nell’adempimento di tutte queste obbligazioni, il medico ha il dovere di comportarsi diligentemente, e di informare specificamente il paziente sulla terapia, e sulle eventuali conseguenze anche negative, in modo che il paziente possa scegliere consapevolmente se sottoporsi o meno al trattamento terapeutico.  Alla terapia, infatti, possono conseguire effetti collaterali negativi, ed il paziente ha un diritto pieno ad effettuare una valutazione di bilanciamento tra i vantaggi e gli eventuali svantaggi, in modo che possa scegliere che cure fare, se farle in quella determinata struttura, o se spostarsi altrove.  Il diritto al c.d. consenso informato” sancisce la libertà di salvaguardare la propria salute.  Il paziente ha un vero e proprio diritto ad essere specificamente informato dal medico che deve svolgere la sua attività professionale, sulla terapia medica e tutti i suoi sviluppi o conseguenze negative, sui rischi, sui risultati ottenibili, e, soprattutto nel caso di interventi di chirurgia estetica, che sono generalmente volti a ridurre alterazioni somatiche sostanzialmente morfologiche,  in quanto non finalizzati al recupero della salute in senso stretto, l’informazione deve essere particolarmente specifica e dettagliata.

Se questa informazione viene a mancare, in tutto o in parte, si ha un’autonoma responsabilità per danni del medico colpevole dell’omissione, che per una parte della Cassazione sussiste anche se poi l’intervento sia stato effettuato correttamente”.

La preparazione del chirurgo non deve essere valutata mai esclusivamente dalle notizie ricavate da internet, né dal sito del medico né dai siti di forum, troppo soggetti a variabili incontrollabili di marketing, ma una ricerca sul web può rappresentare una base di partenza, così come il passaparola di amici o conoscenti che suggeriscono un determinato professionista. E’ bene eseguire personalmente qualche verifica: tutti i medici in possesso della specializzazione in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica devono depositare il titolo di studio presso l’ordine dei medici della provincia dove esercitano. I siti degli ordini dei medici dispongono di un link per verificare i titoli di ogni medico iscritto oppure il sito della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri consente inserendo il nominativo ed altri dati di risalire alle specializzazioni conseguite dal professionista. Un altro controllo che può essere eseguito è sull’appartenenza del professionista ad una società scientifica di Chirurgia Plastica ed Estetica, accreditata in Italia: SICPRE oppure AIPCE.