Medicina

La psichiatria nella riforma del sistema lombardo

Oggi a Milano, a Palazzo Pirelli, in Via Fabio Filzi 22, presso la Sala Pirelli, dalle 14 alle 18,30 si è aperto un nuovo workshop organizzato da Motore Sanità dal titolo LA PSICHIATRIA NELLA RIFORMA DEL SISTEMA LOMBARDO, con il patrocinio di Regione Lombardia, Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Federsanità Anci e di Federanziani.

Il Convegno intende approfondire le principali tematiche attuali relative all’assistenza psichiatrica collocandole nello scenario della riforma del sistema socio-sanitario lombardo sulla base delle indicazioni presentate nel recente “Libro Bianco” sullo sviluppo del sistema.

Nell’ambito di tre tavole rotonde – 1. La sfida dell’integrazione nell’area della salute mentale: criticità attuali e prospettive future nel sistema sanitario lombardo; 2. I pazienti con disturbo psichico e autori di reato: il progetto lombardo per il superamento degli OPG; 3. Un nuovo modello di finanziamento per i pazienti con disturbo psichico grave in cura dei DSM: la sperimentazione regionale – saranno approfondite le tematiche dell’integrazione nell’area della salute mentale, i percorsi di cura da garantire per i soggetti con disturbo psichico autori di reato, e i nuovi modelli di finanziamento per l’assistenza psichiatrica in fase di sperimentazione.

Il workshop si è concluso con la presentazione delle linee guida del riordino del SSR lombardo.La psichiatria nella riforma del sistema lombardo

 Il modello della psichiatria lombarda, nel corso di un trentennio, ha realizzato la continuità assistenziale tra ospedale e territorio garantendo al contempo gli interventi in acuzie, la presa in carico dei casi complessi e una diffusa assistenza ambulatoriale territoriale per i disturbi emotivi comuni e le patologie ad elevato impatto epidemiologico quali i disturbi d’ansia, i disturbi depressivi, i disturbi del comportamento alimentare e i disturbi di personalità.

Nel corso di un anno sono in cura presso le Unità Operative di Psichiatria lombarde circa 130.000 utenti, il 60% dei quali soffre di disturbi della sfera depressiva e ansiosa e necessita principalmente di un trattamento ambulatoriale specialistico, e il 35% soffre di un disturbo psichico grave che necessita di una presa in carico multi-professionale.

Ogni anno circa 17.000 utenti si rivolgono per la prima volta ai servizi psichiatrici per una consultazione o una presa in cura psichiatrica, psicologica o multi-professionale.

«La Regione Lombardia è una delle regione che investe di più sul tema della psichiatria – ha spiegato Mario Mantovani, vice presidente e Assessore regionale alla Salute della Regione Lombardia -. La Psichiatria è una tematica molto spesso trascurata o addirittura di cui ci si può anche vergognare e questo la mette in una sorta di emarginazione che non va a beneficio dei pazienti. Noi rivendichiamo la centralità del paziente perché è una tematica di ordine sociale di grande rilievo, perché sono coinvolte famiglie, comunità, amministrazioni, tematiche di ordine sociale e culturale, quindi la Psichiatria in Regione Lombardia assumerà anche con la riforma sicuramente un livello di primo piano».

La Psichiatria è un tema importante e molto delicato anche a fronte dei numeri che coinvolge. «In tutta Europa i disturbi mentali sono in aumento e si calcola che 50 milioni di persone soffra di qualche disagio psichico – ha snocciolato i numeri del fenomeno Mantovani -. E l’Italia non è da meno, con una prevalenza di disturbi mentali della popolazione pari all’8%: una percentuale in aumento rispetto a dieci anni fa. Uno scenario che rende indispensabile curare e gestire tali situazioni con opportuni interventi integrati, avendo ben presente che spesso è necessario affrontare anche problemi sociali connessi alla malattia stessa: esclusione, emarginazione, scarso inserimento nella rete sociale. Anche i numeri della sola Lombardia bastano a delineare bene la complessità della situazione: gli utenti presi in carico ai CPS (centri psico-sociali) per 100.000 abitanti sono passati dai 1180 nel 2007 ai 1397 del 2012».

Quest’anno Regione Lombardia ha aumentato gli investimenti in Psichiatria. «Fino a oggi la risposta di Regione Lombardia – ha sottolineato Mario Mantovani– è stata ben strutturata e articolata: per il 2014 il Servizio Sanitario Regionale ha infatti erogato circa 360 milioni di euro per prestazioni di psichiatria; circa 75 milioni per prestazioni di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, per un totale di 435 milioni di euro, cifra che rappresenta storicamente il valore più alto per tale tipologia di spesa per la nostra Regione. Le sfide da affrontare – ha puntualizzato il vice presidente di Regione Lombardia – nel prossimo futuro saranno quelle della garanzia di accessibilità alle prestazioni sanitarie di psichiatria, della presa in carico, della continuità delle cure e della possibilità di personalizzazione del progetto, con una particolare attenzione non solo ai disturbi gravi, persistenti e complessi, ma anche a quelli comuni come depressione e disturbi d’ansia e a quelli relativi ad infanzia e adolescenza, purtroppo in aumento».

Per quanto riguarda invece la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari così ha concluso l’Assessore Mantovani.

«Con la legge 9/2012, la Regione con due delibere ha già predisposto i programmi attuativi di questa legge che prevedono in estrema sintesi un’attività sul territorio strettamente correlata tra strutture giudiziarie, da un lato, e sanitarie dall’altro, a seguito di un efficace intervento di formazione sui vari operatori».

Il Consigliere della Regione Lombardia Stefano Carugo ha commentato: «Il sistema lombardo della cura delle malattie mentali è stato in questi anni un esempio di efficace integrazione tra ospedale e territorio, un patrimonio che crediamo debba essere conservato, anzi potenziato».

Fabio Rizzi, Presidente III Commissione Sanità e Politiche Sociali di Regione Lombardia ha evidenziato ulteriormente l’impegno della Regione.

«La Psichiatria è un esempio e un modello che deve guidarci per tutte le altre specialità nei confronti della riforma, sfruttando quello che la Psichiatria già fa, la rete ospedaliera territoriale e socio-santaria, che è la grande scommessa per la rivoluzione del sistema sanitario lombardo. Quindi non c’è nulla da cancellare, ma è fondamentale evolvere mettendo in rete oltre alla Rete psichiatrica anche la Rete dei Sert e dei Servizi di Psicologia».

Crescono i casi psichiatrici e i dati parlano chiaro: ogni anno si registra un +20% di domande da parte degli adolescenti (dai 14 ai 24 anni), delle donne (in momenti specifici come in gravidanza e nel post-partum), degli uomini (tra i 40 e i 55 anni), degli anziani (visto l’aumento della durata della vita), da parte dei pazienti autori di reato e da parte della popolazione immigrata con le problematiche connesse.

L’impegno per i servizi è particolarmente significativo nel campo delle psicosi schizofreniche che rappresentano circa un quarto dei pazienti in carico ma che assorbono oltre la metà delle risorse dei servizi.

L’appello a rafforzare le risposte territoriali negli ambulatori e mantenere le risposte nei reparti ospedalieri arriva dalla Società Italiana di Psichiatria (SIP) e dal Coordinamento dei Primari Psichiatri della Lombardia (CPPL), che il 27 Ottobre, a Milano, a Palazzo Pirelli, sono intervenuti al workshop organizzato da Motore Sanità dal titolo “La pasichiatria nella riforma del sistema lombardo”.

«Le attività dei Dipartimenti di Salute Mentale – hanno spiegato Massimo Rabboni, Presidente lombardo della Società Italiana di Psichiatria e Giuseppe Biffi, Coordianatore Segreteria CPPL – sono volte a rispondere ai bisogni psicologici delle persone che a noi si rivolgono (con ansie, depressioni, anoressie e bulimie, tentativi di suicidio) e negli ultimi anni vi è stato un significativo aumento della domanda – ogni anno più 20 per cento – da parte degli adolescenti (dai 14 ai 24 anni), delle donne (in momenti specifici come in gravidanza e nel post-partum), degli uomini (tra i 40 e i 55 anni), degli anziani (visto l’aumento della durata della vita), dei pazienti autori di reato e della popolazione immigrata. A fronte di tutto ciò vi è comunque la necessità di curare le situazioni gravi e complesse (ad esempio psicosi schizofreniche) già in trattamento e che rappresentano circa un quarto dei pazienti in carico. Dovremmo quindi porci l’obiettivo di rafforzare le risposte territoriali nei dipartimenti di salute mentale (DSM) e nel contempo mantenere le risposte nei reparti ospedalieri, grazie alle nostre équipe multi professionali composte da psichiatri, infermieri, assistenti sociali, educatori, psicologi».

Tutto ciò, secondo Giuseppe Biffi, «in stretto collegamento con le associazioni, con le famiglie, con gli utenti che sono parte fondamentale nei percorsi di cura delle persone».

«In questa ottica – hanno concluso Giuseppe Biffi e Massimo Rabboniè indispensabile che il governo dell’attività terapeutica rimanga centrato nel Dipartimento di Salute Mentale, per evitare frammentazioni e limitazioni nelle risposte alle persone sofferenti per disturbi psicologici, in una fase storica come quella attuale caratterizzata anche da una evidente crisi che colpisce strati di popolazione che in passato non si rivolgevano ai nostri servizi psichiatrici».

Antonio Lora, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale AO “Manzoni” di Lecco ha dichiarato: «Si sta lavorando sulla valorizzazione dal punto di vista economico dei percorsi di cura al fine di avere una maggiore elasticità nell’uso delle risorse da cui consegue una maggiore appropriatezza. Oggi infatti il finanziamento per prestazioni non valorizza il percorso di cura del paziente psichiatrico ma la singola prestazione e non è un motore di appropriatezza».

Emilio Sacchetti, Presidente SIP ha spiegato le sue preoccupazioni e mission per salvaguardare il sistema di cura e di assistenza psichiatrico.

«La Società Italiana di Psichiatriaguarda con grande attenzione all’attività della psichiatria lombarda in un momento di importante cambiamento che interessa non soltanto la riforma del sistema sanitario regionale ma anche la crisi economica e le sue conseguenze al sistema salute. Per questa ragione la SIP è molto attenta all’evoluzione del modello della psichiatria lombarda».

La Regione Lombardia è una delle regioni che ha attivato maggiormente lo sviluppo della legge 180 (la legge Basaglia) ed è all’avanguardia. «Per questa ragione – ha proseguito Emilio Sacchetti -, anche di fronte ad un contesto di difficiltà economica, è importante rafforzare il modello psichiatrico lombardo ed evitare che subisca tagli. Essendo la psichiatria una scienza a bassa tecnologia, cioè costa poco al sistema sanitario nazionale, e considerando che oggi le malattie mentali si associano ad una mortalità anticipata e a una disabilità molto elevata in cui depressione e psicosi registrano un impatto molto importante sui pazienti e loro familiari, pensare che il sistema psichiatrico di cura e di assistenza lombardo possa subire una riduzione di risorse sarebbe gravissimo. E’ dunque importante collimare costi ed efficienza».

Raffaella Ferrari, Direttore S.c. Salute Mentale dell’Asl di Milano ha concluso: «L’assistenza psichiatria in Lombardia vanta una buona architettura dei servizi con un innovativo bilanciamento territorio-ospedale. L’Asl nella sua funzione di programmazione, acquisto e controllo svolge un ruolo intermedio tra aziende ospedaliere, enti accreditati, Comuni e terzo settore. Si è dotata per questo di una funzione organizzativa competente, l’Organismo di Coordinamento della Salute Mentale e l’Organismo di Coordinamento della Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza con la funzione di collegamento tra i diversi soggetti istituzionali erogatori e associazioni. L’obiettivo è quello della governance clinica sul sistema di salute mentale».