Enrico Letta dovrà dare una forte risposta agli italiani sul fronte pensioni, con le riforme che servano ad aggiustare i provvedimenti del governo tecnico Monti adottati dalla Fornero. Riforme che vanno avanti, anche se il tema pensionistico sembra essere stato messo un po’ in coda rispetto ad assunzioni di giovani e non.


Intanto oggi si è svolta in Senato, una riunione tra i ministri delle Riforme, Quagliariello, e dei Rapporti con il Parlamento, Franceschini, ad i capigruppo di maggioranza sulle riforme. Probabile che si parli anche di Pensioni, sperando di riuscire a mettere a punto gli emendamenti al disegno di legge costituzionale, in vista del prosieguo dell’iter del provvedimento a Palazzo Madama.

Al momento qualunque iniziativa si basa sulla proposta Damiano che vuole offrire la possibilità di lasciare il lavoro prima dei 66 anni, soglia attuale prevista dalla riforma Fornero. Questo non vuol dire annullare tutto quello che il ministro del governo Monti aveva pensato, ma renderà possibile a coloro i quali hanno raggiunto quota 97 (62 anni d’età e 35 di contributi) poter andare in pensione anticipatamente.

Sulla praticità di Letta ha molti dubbi Grillo: “L’Italia è di fronte a un baratro, ma il governo è fermo come un paracarro. Letta, dedito al gioco del Subbuteo, annuncia, annuncia, annuncia. Capitan Findus sembra la versione aggiornata e minimalista della presentatrice televisiva Mariolina Cannuli (che prego di scusarmi per l’irriverente, per lei, confronto)”. “E’ necessario attuare subito, entro l’autunno”, prosegue Grillo, “un’economia di guerra”, a partire dal taglio di “ogni grande opera inutile”.

Il ministro del Lavoro, Enrico Giovanni: «Il punto di partenza sono le proposte di legge presentate in Parlamento». Ricordiamo infatti che esiste già il disegno di legge Damiano-Baretta secondo cui sarebbe necessario un meccanismo flessibile di uscite con penalizzazioni per i pensionamenti tra i 62 e i 65 anni e mini-bonus per quelli tra i 67 anni e i 70.