Intrattenimento

Riforma pensioni Giovannini, Letta e Damiano 2013: le prospettive

Il Governo è al lavoro per dare nuovo impulso all’economia del Paese, ma è chiaro che una larga fetta di contribuenti si chiede cosa accadrà per quel che riguarda le pensioni e la tanto attesa riforma.


I provvedimenti dell’ultimo governo con la riforma Fornero, per il momento, hanno avuto effetti pesanti sui trattamenti: le stime diffuse nelle ultime settimane dall’Inps e i calcoli della Ragioneria dello Stato indicano cali di oltre venti punti nel rapporto tra la prima pensione e l’ultima retribuzione. Ci sono una serie di elementi che pregiudicano il funzionamento del sistema pensionistico: l’allungamento della vita, la revisione al ribasso dei coefficienti usati nel calcolo, gli andamenti demografici ed economici negativi.


Proprio in questo senso dovrà lavorare il Governo, proponendo misure che possano dare respiro al presente e speranze per il futuro.

La riforma Damiano proporrebbe maggiore flessibilità in uscita dal mondo del lavoro con una età pensionabile pari a 66 anni con 35 di contributi.

Coloro i quali sceglieranno di andare in pensione prima di questa soglia si vedranno decurtare un 2% per ogni anno di anticipo fino ai 62 anni, minimo fissato per legge, mentre chi rimane oltre i 66 anni, fino ad un’età massima di 70 anni, riceve un incentivo del 2% per ogni anno di ritardo.
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Il pacchetto lavoro, approvato dal Cdm, “coinvolgerà 200mila persone”, ha spiegato il ministro del Lavoro, Giovannini. “100mila” potranno beneficiare degli sgravi contributivi, con “azzeramento totale dei contributi” per l’assunzione a tempo indeterminato per i giovani tra 18 e 29 anni, “sia al Nord che al Sud”; mentre altre 100mila persone saranno coinvolte in misure di “inclusione”. “Rendiamo il mercato più flessibile, ma di una flessibilità buona”. Estese ai Co.co.co le norme contro le dimissioni in bianco. Quanto alla nuova carta di inclusione, contro la “povertà estrema” riguarderà 170mila persone, prorogata a 425mila la social card.

“Sono stato coinvolto nel non facile compito di reperire le coperture” per le “importanti” misure del decreto Lavoro, spiega il ministro dell’Economia, Saccomanni in conferenza stampa. Lo abbiamo fatto “restando nei limiti” dei “vincoli di bilancio” Ue, e senza “aggravi per i cittadini”, con “l’obiettivo di creare un ponte per la ripresa”. Ora “vanno ripensati gli strumenti della tassazione in modo da sostituirli con forme meno gravose su lavoro e imprese”, annuncia.