Intrattenimento

Blocco stipendi statali dipendenti pubblici 2014: ultime decisioni

Non ci sono buone notizie per quel che riguarda il blocco degli stipendi, ormai praticamente una certezza almeno fino al 2014. Decisione che sconcerta le categorie coinvolte ma che è stata confermata da D’Alia, Ministro della Pubblica Amministrazione. Ma come si suol dire al peggio non c’è mai fine, e allora non dovrebbe sorprendere se questa non fosse l’ultima proroga.


“Il rinnovo dei contratti del pubblico impiego non potrà avvenire prima del 2015, ma dipende da come andrà l’economia del Paese”. Le parole di D’Alia, che ieri ha parlato ai sindacati invocando un atto di responsabilità, suona come una condanna. Insomma la realtà è che al momento non ci sono risorse disponibili, e lo Stato non sembra in grado di operare tagli in altri settori.

Insomma si illude chi pensa allo sblocco del 2015 come una cosa certa: perchè lo stato con lo stop ai contratti ha risparmiato 13 miliardi, e difficilmente rinuncerà in un momento come questo, considerato che rinnovarli costerebbe 7 miliardi.

A tutto ciò rispondono i critici sottolineando come al Governo che la spesa complessiva per stipendi è calata dell’1,6% nel 2011 e continua a calare con il 2,3% nel 2012. Insomma i soldi adesso ci sarebbero, ma il Governo, secondo D’Alia, ha altre priorità e i soldi devono andare a lavoro e fisco.

La VII Commissione cultura al Senato si sta comunque occupando dell’argomento e ha iniziato il dibattito sul provvedimento.

La relazione della Senatrice Puglisi spiega che il risanamento economico ha portato ad un provvedimento di ulteriore blocco degli stipendi. La Puglisi ha spiegato come il 30% dei risparmi potrà andare a valorizzare il personale scolastico. Un 30% che, negli anni passati, è stato, comunque, sempre oggetto di contenzioso con la Ragioneria dello Stato.
Blocco stipendi statali dipendenti pubblici 2014: ultime decisioni
Il M5S sostiene invece che tutto ciò costituisce un danno, perchè un ulteriore taglio potrebbe essere dannoso per l’economia, e ha sottolineato come nel provvedimento vengono salvati gli stipendi da 90 a 150 mila euro dal prelievo del 5 e 10%, come previsto nella normativa che sarà prorogata.