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Psoriasi, tabù e pregiudizi: italiani venite allo scoperto

Qualità di vita compromessa, problemi affettivi e relazionali, tabù e pregiudizi: con questa realtà devono fare i conti gli oltre due milioni e mezzo di italiani affetti da psoriasi lieve-moderata, malattia della pelle con un impatto pesante sulla qualità di vita.


Maria Grazia Cucinotta testimonial d’eccezione nello spot “Hai la psoriasi? Non Nasconderti!” diffuso dal 28 marzo al 10 aprile attraverso 500 sale cinematografiche italiane per far sapere che la psoriasi non è una malattia contagiosa e diffondere la conoscenza sulle nuove cure, efficaci e pratiche.

Lo spot è promosso da A.DI.PSO. con il patrocinio di due importanti società scientifiche, ADOI e SIDeMaST, ed il contributo incondizionato di LEO Pharma, nell’ambito della Campagna di informazione nazionale “Che ne sai di psoriasi? Conoscerla per curarla”.

Come viene curata la psoriasi? Quali sono gli obiettivi del trattamento e le principali risorse terapeutiche?
Le cure farmacologiche della psoriasi si dividono in due gruppi principali: le terapie sistemiche di solito impiegate nelle forme severe della malattia, e le terapie topiche alle quali si ricorre nei casi di psoriasi lieve-moderata. I trattamenti topici sono applicati localmente sulle aree cutanee psoriasiche sotto forma di unguenti, pomate, creme o gel; i farmaci per via generale comprendono i retinoidi, la ciclosporina, etc.
L’obiettivo prioritario delle cure è risolvere la sintomatologia, ossia far scomparire le chiazze psoriasiche, tenendo però sempre presente che essendo la psoriasi una malattia a predisposizione genetica si cura ma non si guarisce e può recidivare anche a seguito di eventi scatenanti quali infezioni, traumi, stress, assunzione di certi farmaci etc. Quindi tenendo conto che nessuna terapia è risolutiva in modo definitivo, di solito il dermatologo cura la psoriasi a seconda della gravità e delle richieste del paziente seguendo una sorta di scala d’intensità di cura: nei casi di malattia lieve-moderata si comincia con l’impiego di topici che in tempi recenti sono molto migliorati come efficacia e accettabilità. In particolare è stata di recente messa a disposizione una formulazione innovativa in gel della efficace combinazione di un derivato della vitamina D, il calcipotriolo, e un cortisonico, il betametasone, in precedenza disponibile solo come unguento. Il prodotto, nella nuova formulazione in gel per il cuoio capelluto e il corpo, in monosomministrazione, non solo è ben accettato dai pazienti ma ha un ottimo profilo di efficacia, sicurezza e tollerabilità. Se le terapie topiche non sono sufficienti, si sale di intensità con la fototerapia a base di UVB a banda stretta e se ancora non si raggiungono i risultati sperati si passa alla terapia sistemica a base di metotrexate e/o ciclosporina. Infine, nei casi non rispondenti (meno dell’1%) abbiamo a disposizione i cosiddetti farmaci biologici.

Pur essendo la forma più diffusa che interessa circa l’80% dei pazienti, la psoriasi lieve-moderata molto spesso non è adeguatamente trattata. Quali sono i fattori che minano l’aderenza ai trattamenti correnti e con quali conseguenze per i pazienti?

Psoriasi, tabù e pregiudizi: italiani venite allo scoperto
Sono molteplici i motivi per cui la psoriasi non viene trattata in modo adeguato e l’aderenza alle terapie è scarsa. Intanto sono ancora molte le persone affette da psoriasi che non sono a conoscenza del fatto che la psoriasi oggi si può curare anzi, si deve curare. Altri pazienti invece sono stati delusi da precedenti terapie e sono scoraggiati. Inoltre fino a poco tempo fa, i trattamenti topici erano spesso poco gradevoli, complicati da usare, spesso in sequenza o più volte al giorno. Infine, a volte c’è una carenza comunicativa tra medico e paziente, una difficoltà a creare una corretta relazione, quell’empatia necessaria per ottenere dal paziente la compliance e cioè l’aderenza alla terapia e quindi una buona riuscita della cura.
Sono proprio i pazienti affetti dalla forma lieve-moderata di psoriasi ad essere i più insoddisfatti proprio per la difficoltà a gestire una serie di laboriose medicazioni che a volte controllano solo per brevi periodi il problema. La nuova opzione in gel offre numerosi vantaggi: non unge, viene assorbita rapidamente, non ha odore sgradevole, non macchia ed è un’unica somministrazione giornaliera.

Il trattamento combinato a base di vitamina D e corticosteroidi ha dimostrato di essere particolarmente efficace: quali sono le principali evidenze scientifiche?
Il calcipotriolo, derivato sintetico della vitamina D, partecipa alla regolazione dei processi immunologici e rigenerativi dell’epidermide legandosi a recettori cellulari e inibendo la proliferazione delle cellule cutanee. Il betametasone è uno steroide che inibisce la produzione di citochine infiammatorie. Diversi studi hanno evidenziato che l’associazione calcipotriolo-betametasone attraverso l’effetto sinergico risulta più efficace e ha un maggior profilo di sicurezza e tollerabilità rispetto all’uso separato dei due attivi. Dopo 4 settimane di trattamento con calcipotriolo-betametasone si registra una riduzione del 75% dell’indice PASI (estensione e severità delle lesioni cutanee) contro il 61% e il 55,3% dei due farmaci impiegati singolarmente.

L’aderenza alla terapia è quindi oggi la vera sfida nel trattamento della psoriasi lieve-moderata: tra tutti i trattamenti disponibili quali sono i vantaggi delle nuove formulazioni in gel in termini di Qualità della Vita e soddisfazione dei pazienti? E quanto è importante l’informazione ai pazienti per promuovere l’aderenza ai trattamenti?
I pazienti con psoriasi lieve-moderata sono quelli più insoddisfatti, come ho già detto. La nuova formulazione in gel va incontro alle loro esigenze per due principali motivi: la riduzione fino alla scomparsa delle chiazze psoriasiche in tempi brevi rispetto a quanto accadeva con altre terapie topiche e la praticità d’uso di questo topico combinato. Un’unica applicazione giornaliera, la possibilità di indossare biancheria e abiti senza rischiare di macchiarli o di ungerli, nessun cattivo odore, il gel infatti è dotato di un buon grado di assorbibilità che lo rende molto gradito ai pazienti che stante i risultati sono anche più motivati ad usarlo con costanza e regolarità. L’informazione resta il cardine della terapia, questo vale per qualunque malattia, ma soprattutto per la psoriasi lieve-moderata che se trascurata o curata male può avere un impatto sulla qualità della vita quotidiana, lavorativa e di relazione spesso più devastante di altre malattie magari più gravi ma meno visibili e quindi meno impattanti sull’aspetto che viene visto dagli altri ma anche sull’immagine che ha di se il paziente. Spetta al medico riuscire ad instaurare una relazione empatica con il paziente, ascoltare le sue richieste e motivarlo alla terapia.