Israele-Gaza: nella striscia genocidio di bambini
Secondo l’Unicef sono 18 i bimbi finora ucciso a Gaza. L’agenzia Onu per l’infanzia fornisce i primi drammatici dati secondo cui ci sono anche bambini tra i 50 feriti israeliani causati dai razzi lanciati da Gaza sul Sud di Israele. E il bilancio continua a salire. Gli ospedali a Gaza sono vicini al collasso, secondo l’Unicef, che sta per inviare farmaci e altri aiuti umanitari.
Intanto nuova drammatica giornata: oggi è stato colpito nel centro di Gaza il grattacielo che ospita le sedi di tv e quotidiani locali e internazionali. Il bilancio è di quattro morti: due giornalisti palestinesi e due miliziani della Jihad islamica. Tra loro un leader delle Brigate Al Quds, che secondo Israele si nascondeva nell’edificio.
Si tratta del secondo attacco sulla torre in 24 ore, attacco che ha messo molti giornalisti in fuga. Il bilancio di sei giorni di bombardamenti a Gaza, stando al bilancio di alcune fonti locali, è di quasi cento morti e un migliaio di feriti. Intanto dalla Striscia continuano a partire razzi verso il Sud di Israele, dove la gente si ripara nei rifugi.
Le novità sul fronte delle trattative dicono che le autorità israeliane avrebbero chiesto una tregua ad Hamas. Lo annuncia il capo del movimento, sceicco Meshaal. Le autorità della Striscia infatti non vogliono un’escalation del conflitto o spingere Israele a un’incursione terrestre, che si tradurrebbe in una “disfatta” per Netanyahu. Ma “Israele deve far tacere le sue armi per primo: sono loro che hanno iniziato la guerra”, afferma. In ogni caso, dice, “non hanno raggiunto i loro obiettivi”. Quindi conferma che sono in corso negoziati, ma “non accetteremo le condizioni poste da Israele: tutte le opzioni restano aperte”.
Una tregua a Gaza “nelle prossime ore” è probabile, ma Israele deve essere certo che i lanci di razzi si fermino. Lo sostiene il ministro degli Esteri, Terzi. “Io credo ci siano le premesse perché si arrivi rapidamente a una tregua” Lo ha affermato a Bruxelles, dove partecipa al Consiglio Ue Affari Esteri. Israele, però, può “autolimitare la sua forza solo se c’è sicurezza assoluta che i lanci di missili non si ripetano”,ha aggiunto, “confidando in una risposta comune a 27” sulla crisi. Auspicabile è un rinvio del voto sul riconoscimento dello Stato Palestinese come osservatore qualificato Onu, dice.