Trapianto di viso: le condizioni di Richard Norris
Guardare le fotografie del volto cambiato di Richard Norris vuol dire contemplare profondi misteri su chi siamo e su come ci definiscono i nostri volti. Le notizie di questa settimana sull’efficace trapianto di faccia che ha cambiato la vita di Norris sono state illustrate con un trittico di tre ritratti: prima del suo incidente, poi, dopo che la maggior parte del suo viso è stata strappata via e, infine, dopo l’intervento chirurgico innovativo che gli ha restituito un aspetto “normale”.
Intanto ciò che conta è che il decorso post operatorio procede bene e che la sua ripresa è migliore di quella che i medici stessi si aspettavano.
Non possiamo fare a meno di guardare queste immagini e stupire. Come si fa a sopravvivere a un tipo di lesione come quella che Norris ha sofferto? E che cosa deve essere guardarsi allo specchio, come Norris ha fatto dopo la sua operazione di trapianto, e vedere un volto “vero” dopo aver trascorso anni come un recluso, indossando una maschera, facendo shopping per il cibo di notte per evitare di essere osservati?
L’immagine di Norris dopo l’incidente con la pistola di 15 anni fa – che lo ha privato del suo naso, delle sue labbra e di parte della sua lingua – è a prima vista straziante. Il contrasto con il suo nuovo volto sembra veramente miracoloso. Eppure, confrontare il prima e dopo che mostrano le fotografie, è una narrazione visiva di una vita rovinata da una lesione al viso e redenta da un trapianto.
Il Norris giovane prima del suo incidente è, nella fotografia, una persona normale: sembra che ha una vita, una personalità, un futuro. Nella foto di lui dopo il suo incidente sembra privo di tutte queste cose – il trapianto, queste immagini lo mostrano, gli ha restituito la sua umanità.
Norris su quanto vissuto durante il suo infortunio, parla di un qualcosa di impossibile da vivere. Nessuno può contestare il suo diritto di sentirsi in quel modo. Ma ci sono altri modi di vivere il trauma facciale. Ci sono persone che hanno gravi malformazioni che non vivono la vita da “normali”, ma sono estremamente soddisfatti. Ci sono anche molte persone che soffrono ogni giorno per cose più piccole, ma per loro drammatiche, come cicatrici, che non sarebbero mai candidati per il trapianto di viso, ma che hanno bisogno di sentirsi orgogliosi e felici di se stessi.
Come spesso accade nella storia, la tecnica scientifica è un passo avanti dell’illuminazione umana. Che cosa è una buona società: una che rimuove chirurgicamente tutte le differenze, o una che tollera e le accetta? Per essere chiari: l’operazione che ha cambiato la vita di Norris è davvero “miracolosa” e vedere un aspetto negativo nel suo trapianto sarebbe assurdo. La sua esperienza è una cosa. La sua rappresentazione è un altro.