Obesità: foto choc in una campagna di prevenzione
Se per ottenere risultati e stimolare le coscienze bisogna scioccare, allora bisogna dire che l’ultima campagna pubblicitaria contro l’obesità promossa dal movimento Strong4life del Children’s Healthcare di Atlanta ha colto nel segno. La campagna di sensibilizzazione punta forte su alcune foto in bianco e nero che immortalano alcuni bambini in sovrappeso e i cui visi vogliono trasmettere tristezza.
Oltre alle immagini colpiscono nel segno anche le parole, con frasi come “i bambini paffuti potrebbero non sopravvivere ai loro genitori”. Insomma messaggi nudi e crudi che hanno un solo scopo: spaventare in modo d spingere i genitori a prendersi cura dell’alimentazione dei bambini, prima che si inneschino meccanismi irreversibili.
Per molti però il mezzo non è giustificabile a prescindere dal fine, e il messaggio duro non è piaciuto. Tra gli oppositori a questa metodologia comunicativa c’è la Bbc, il Washington Post e soprattutto dal National Institute of Health. Nello specifico Alan Guttmacher, ha dichiarato che questa pubblicità potrebbe diventare un rischio per i bambini obesi perchè “comporta un forte rischio di stigma”.
La campagna contro l’obesità è iniziata in un ospedale in Georgia chiamato Strong4Life e con cartelloni giganti con le foto di persone in sovrappeso senza sorriso, ma è stata ritenuto troppo duro da diversi gruppi di attivisti, ha riferito la BBC.
Il primo gruppo, guidato da Ragen Chastain, che gestisce le Danze blog con Fat, ha lanciato una contro-campagna, che alla fine sono cartelloni pubblicitari e segnali di stop di autobus con le immagini di persone dall’aspetto felice e con slogan positivi. Il progetto si chiama Supporto All Billboard Kids e ha sollevato $ 12.000 nel primo giorno di raccolta con un obiettivo di $ 20.000.
Marilyn Wann, un altro attivista, ha progettato una iniziativa in modo che la gente potrebbe dare la propria versione degli annunci Strong4Life, e ora c’è una pagina Tumblr dedicato al progetto denominato Io sono contro il bullismo sul peso.
Il direttore dell’unità operativa di medicina interna dell’Istituto Auxologico di Piancavallo, Antonio Liuzzi, teme in effetti che i risultati potrebbero essere controproducenti:
“È una campagna micidiale. Si tratta l’obesità infantile come qualcosa di omogeneo e non si fa differenza tra i suoi diversi gradi, né tra le cause che nell’8-9% dei casi possono essere genetiche. L’obesità infantile non più in aumento sia negli Usa che in Italia e anzi si è stabilizzata già da qualche anno”.