Salute

Sigarette: niente logo su pacchetti. Dati choc

Il fumo fa male alla salute. Le numerose campagne di prevenzione però non aiutano a far calare il numero di fumatori incalliti. Anzi, col passare del tempo, sempre più giovani inizano a far uso delle sigarette. Durante la VI Conferenza Nazionale sulla BPCO, “Quale futuro per i pazienti BPCO”, gli studiosi hanno parlato delle strategie anti-fumo. Secondo gli esperti il modo migliore che ridurrebbe il consumo di sigarette è legato al logo sui pacchetti.

Ovvero gli esperti consigliano di lasciare solo il 20% dello spazio per le scritte necessarie alla marca e il restante 80% ai messaggi negativi e scoraggianti.

Questo è quanto dichiara Stefano Centani, presidente della Società italiana di medicina respiratoria (SIMER) e Ordinario Malattie Respiratorie Università degli Studi di Milano: «Purtroppo la lotta contro le multinazionali è molto difficile. Ma se si riuscisse potrebbe essere una svolta: annullare un marchio commerciale potrebbe determinare disaffezione».

Gli ultimi dati emersi durante la conferenza – spiegano i ricercatori – sono allarmanti. Nel nostro Paese ben 70 mila persone ogni anno sono vittime del fumo.

Il problema del fumo diventa sempre più preoccupante. In particolare i dati mostrano un quadro poco, anzi per niente positivo.

Il Convegno, svoltosi a Roma, organizzato in collaborazione con le Società Scientifiche, si è posto l’obiettivo di fornire risposte sulla problematica clinica e proporre nuovi schemi e strategie di gestione della BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva).


Dati: in Italia a Nord: Uomini 26,5% – Donne 22,2%; Centro: Uomini 32,5% – Donne 25%; Sud: Uomini 32,9% – Donne 21,3%.

Dati fumo passivo: 15 milioni di persone convivono con almeno un fumatore pari al 26,5% della popolazione; 4 milioni sono bambini; 1,5 milioni ha meno di 4 anni.