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Manovra Finanziaria 2011: chi paga di più, le nuove tasse

Il sì del Senato alla Manovra Finanziaria 2011 consente di iniziare ad avere un quadro più completo della legge che si propone di portare al pareggio di bilancio il deficit dello Stato entro il 2014. Un obiettivo ambizioso che il ministro Tremonti si è proposto insieme al presidente del consiglio Silvio Berlusconi e che certo non può essere perseguito senza qualche sacrificio.

Le previsioni, in virtù della Manovra e dei suoi emendamenti approvati dopo un iter che definire tortuoso è un eufemismo, parlano di un gettito per le casse dello Stato di 36 miliardi,di cui 14 miliardi saranno l’ introito del 2012 e 22 miliardi di euro nel 2013.

In realtà si tratta di previsioni, che andranno poi inevitabilmente testate sul campo per capire se le cifre auspicate saranno corrispondenti alla realtà. Una delle decisioni meno popolari ma più sostanziali riguarda sicuramente l’aumento di un punto dell’Iva, portata al 21% contro il 20% precedente. In realtà Berlusconi aveva ipotizzato anche la possibilità di portarla al 22% per un trimestre, ma la misura, ancora più estrema, non si è rivelata per il momento necessaria. Chissà che finita in un cassetto, non venga rispolverata in caso di esigenza.

Previsto il tanto controverso contributo di solidarietà con l’aliquota del 3 per cento per i contribuenti che percepiscono oltre 300.000 euro annui. Un contributo che riguarda categorie benestanti come ad esempio i calciatori. Un esempio su tutti: si è calcolato che un giocatore come Ibrahimovic con questa nuova tassa verserà in più allo Stato qualcosa come mezzo milione di euro all’anno. Anche se resta da capire se il calcolo va riferito allo stipendio lordo o netto. E anche in questo caso bisognerà distinguere tra coloro i quali firmano accordi con le società già al netto o al lordo. Insomma per i commercialisti dei calciatori una bella gatta in più da pelare, e per il fisco un motivo in più per stare attenti.Manivra Finanziaria 2011: chi paga di più, le nuove tasse

C’è poi la Robin Hood tax, che attribuisce interamente agli enti locali il gettito derivante dalla cosiddetta “robin tax”, equivalente a qualcosa come 1,8 miliardi di euro circa derivanti dall’applicazione della sovrattassa da applicare alle imprese che operano nel ramo energia.