E’ dunque deciso: salta la norma sulle pensioni prevista dalla manovra finanziaria. Si è valutata infatti la costituzionalità del provvedimento che riguarda il mancato computo ai fini del calcolo dell’anzianità, degli anni di università e del servizio militare. Tale decisione – arrivata nel pieno delle critiche per i cambiamenti che avrebbe portato in tema pensionistico – è stata decisa in seguito all’incontro al Tesoro tra il ministro leghista Calderoli e il ministro del Lavoro, Sacconi.

A confermare la notizia che le novità del sistema pensionistico non saranno inserite nella manovra, è il sottosegretario all’Economia, Casero. Intanto queste sono le parole del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi: “Se sarà necessario aumenteremo l’iva di un punto”.

 “Il provvedimento sulle pensioni era assolutamente marginale ed è entrato in discussione all’ultimo minuto del vertice di maggioranza dell’altro ieri, riguardava un numero minimo di soggetti e non avevamo neppure quantificato i risparmi”.

“Preferiamo non toccarla, ma se fosse necessario possiamo aumentare di un punto la fascia del 20%”. La non adozione della norma pensionistica fa dunque perdere circa 1,5 mld (500 milioni nel 2013 e 1 mld nel 2014).

Per questo motivo, per compensare a tale perdita, si è deciso di aumentare la lotta all’evasione fiscale. Si tratta in sostanza di un inasprimento delle sanzioni, fino al ricorso del “deterrente penale”, ed un coinvolgimento dei comuni.