Salute

Agopuntura in ospedale: “E quando maghi e fattucchiere?”

Il mondo scientifico si divide in merito alla nascita a Pitigliano in provincia di Grosseto di un centro di medicina alternativa all’interno ospedale. Accanto ai medici tradizionali ecco che si associano anche agopuntori, fitoterapisti e omeopati. Le visite si prenotano al numero telefonico 0564/483500, dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 16, il sabato dalle 8 alle 12.

Questa novità ha provocato però il parere negativo da parte di molti professionisti del settore. In particolare si sono fatte sentire le parole di Silvio Garattini, dirigente dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”. Il dottor Garattini ha infatti messo in evidenza molte perplessità circa questa novità in ospedale.

Ecco quanto dichiara Garattini: «La medicina alternativa è completamente senza prove. L’agopuntura è tutta in discussione anche per le molteplici modalità con cui può essere eseguita; i prodotti omeopatici, in gran maggioranza, non contengono nulla, i prodotti fitoterapici non si sa bene che cosa contengano e possono variare da preparazione a preparazione. Non vi è nessuAgopuntura in ospedale: "E quando maghi e fantucchiere?"n controllo, sono stati messi in commercio solo con una notifica e non sono obbligati a presentare alcuna documentazione che ne garantisca l’efficacia».

E ancora: “Se, però, si accettasse il principio secondo cui bisogna accontentare i desideri di tutti, perchè non dare spazio in ospedale anche a fattucchiere, a maghi e guaritori in cui una parte del pubblico ripone grande fiducia?”.

Aldo Liguori, docente di Agopuntura alla Sapienza di Roma risponde così alle pesanti accuse di Garatttini: «La Toscana non ha fatto altro che accogliere le indicazioni date dalla risoluzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità del 2009 che imponeva di inserire agopuntura, omeopatia e fitoterapia all’interno dei servizi sanitari nazionali. La medicina cinese ha già provato la sua efficacia nelle terapie del dolore. L’agopuntura non ha controindicazioni a differenza dei rimedi farmacologici. E poi, nel caso di Grosseto, si parla di medicina complementare, non alternativa. La Cina, l’India e il Brasile sono già molto avanti in questo campo: se non ci adeguiamo, rischiamo di rimanere assai indietro».

Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, è invece favorevole a questo inizio di sperimentazione scientifica tra una medicina tradizionale ed una alternativa.