Latte intero: alimento demonizzato, ma quanto se ne può bere secondo gli esperti
Per anni è stato al centro di critiche e timori nutrizionali, accusato di contenere troppi grassi, di alzare il colesterolo e di favorire l’aumento di peso. Eppure, il latte intero, se inserito correttamente in una dieta equilibrata, può essere un alimento prezioso, ricco di nutrienti fondamentali per la salute. La chiave, come sempre, sta nella quantità e nella qualità.
Cosa contiene il latte intero
Il latte intero è una bevanda completa:
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Contiene proteine di alta qualità, utili per la massa muscolare e il sistema immunitario
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È una buona fonte di calcio e vitamina D, importanti per ossa e denti
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Apporta vitamine liposolubili come A, D, E e K
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Fornisce grassi saturi, ma in una percentuale (circa 3,5%) che può essere ben tollerata in una dieta varia
Il suo contenuto calorico è di circa 60-65 kcal per 100 ml, quindi un bicchiere da 200 ml fornisce circa 130 calorie.
Quanto latte si può bere?
Secondo la maggior parte delle linee guida nutrizionali, una o due porzioni al giorno di latte o derivati sono compatibili con un’alimentazione sana. Una porzione corrisponde a 200-250 ml di latte, quindi fino a 500 ml al giorno può essere considerato un consumo corretto per un adulto sano.
Gli esperti sottolineano che non è necessario eliminarlo, ma va valutato il contesto generale della dieta. Se si consumano molti formaggi o yogurt, ad esempio, può essere utile alternare latte parzialmente scremato o vegetale, per bilanciare l’introito di grassi.
Quando è meglio limitarlo
Il consumo di latte intero può essere ridotto in caso di:
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Colesterolo alto, prediligendo versioni scremate o parzialmente scremate
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Intolleranza al lattosio, optando per latte delattosato o alternative vegetali fortificate
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Diete dimagranti, dove ogni caloria va valutata con attenzione
Il latte intero non è un nemico, ma un alimento completo che, se consumato nelle giuste quantità, può far parte di uno stile di vita sano. È importante scegliere un prodotto di qualità, magari biologico o da filiera controllata, e abbinarlo a un’alimentazione varia e bilanciata. Come sempre, è l’eccesso a creare problemi, non l’alimento in sé.