Salute

Nuovo rischio pandemia, per la Gallavotti è l’H5N8

Stiamo a stento iniziando a intravedere la luce in fondo al tunnel della pandemia da Coronavirus che sta devastando il mondo, e già si affacci all’orizzonte l’incubo di altri potenziali rischi. Certo adesso il rischio di psicosi è alta, e non è difficile cadere nell’errore di ritenere possibili altre pandemie.

Ma se ne parla, un po’ perchè fa notizia, un po’ perchè se la scorsa volta tutto il mondo è stato colto di sorpresa, in vista di una ulteriore diffusione di virus, bisognerà farsi trovare pronti. Ne ha parlato la biologa Barbara Gallavotti, ospite fissa di Giovanni Floris a DiMartedì, su La7, nella puntata del 25 maggio.

Gli esperti monitorano l’evoluzione di un nuovo virus “l’H5N8, una vecchia conoscenza, che è stato individuato per la prima volta in Cina in un mercato e poi si è diffuso in Corea e in Giappone. Da allora ha colpito e ucciso milioni di uccelli”, spiega la biologa, “ma si è dimostrato incapace di infettare gli esseri umani. Avrebbe infettato solo sette persone che lavoravano in un allevamento in Russia. Almeno per ora”.

“Bisogna stare attenti”, avverte la Gallavotti, “perché questo virus potrebbe evolvere nella sua capacità di passare più facilmente all’uomo e poi da un essere umano all’altro. Quindi potrebbe essere molto pericoloso e letale per la nostra specie”. Per questa ragione, sottolinea la biologa, è considerato “un sorvegliato speciale”, perché “sarebbe difficile da arginare”.Nuovo rischio pandemia, per la Gallavotti è l'H5N8

Il rischio, ancora più alto, sarebbe dettato dal fatto che “gli uccelli percorrono migliaia di chilometri ogni anno. Compiono distanze impressionanti. Per esempio l’oca indiana viaggia dalla Siberia all’India meridionale e lo fa volando sopra l’Himalaya ed è vulnerabile alle influenze aviarie”.

Insomma, “se dovesse svilupparsi un virus che usa i volatili come mezzo di trasporto e che potrebbe infettarci”, conclude la biologa, “le nostre misure per tenere sotto controllo i viaggiatori e arginare il virus sarebbero davvero risibili”. La soluzione, secondo la biologa, è che “bisogna migliorare i piani pandemici e la nostra capacità di produrre vaccini. Secondo alcuni ricercatori del Colorado bisogna tenere sotto controllo la salubrità delle acque. La prossima frontiera potrebbe essere filtrare l’aria, soprattutto nei luoghi chiusi. Ma bisogna agire a monte riducendo l’impatto sugli ambienti selvatici”.