Embolia cerebrale, ora è possibile ridurre il rischio
Maria Cecilia Hospital di Cotignola (Ra), polo cardiologico e cardiochirurgico di GVM Care & Research tra i più moderni ed accreditati a livello internazionale, è stato scelto dalla Terumo, azienda giapponese produttrice didevice (protesi) medicali, per la sperimentazione clinica dell’innovativo stent carotideo realizzato in Estremo Oriente.
L’ospedale romagnolo sarà l’unico centro cardiologico italiano partecipe dello studio Clear-road a cui contribuiranno 10 eccellenze sanitarie di tutt’Europa. L’équipe del Dipartimento Cardiovascolare, diretto e coordinato dal Dottor Alberto Cremonesi, affiancherà all’attività di ricerca clinica l’impegno in campo formativo rivolto al miglior utilizzo dello stent Terumo. A questo scopo, Maria Cecilia Hospital ha già ospitato 6 corsi teorico-pratici – indirizzati alla presentazione delle caratteristiche tecniche del dispositivo – seguiti da 30 sessioni ‘in diretta’ di stenting carotidei.
Lo stent Terumo, composto da due strati – uno esterno a maglie più larghe ed uno interno ad intreccio più fitto – è paragonabile al filtro impiegato nella protezione cerebrale.
Le peculiarità dello stent Terumo consentono una copertura della placca aterosclerotica di gran lunga più efficace, riducendo la probabilità che l’ammasso lipidico (colesterolo) attraversi lo stent e rioccluda il lume del vaso sanguigno o, ancora, che un frammento di esso si stacchi dalla parete e, liberato nel circolo cerebrale, causi embolia.
La scelta è caduta sul team di Cardioangiologia interventistica di Maria Cecilia Hospital in virtù di un doppio riconoscimento: leader in ambito europeo nel trattamento della patologia carotidea e struttura ad Alta Specialità per le dimostrazioni live nei principali congressi mondiali.
“A Londra – spiega Cremonesi – durante i lavori dedicati al trattamento delle malattie a carico di aorta ascendente e vasi epi-artici, ho evidenziato come l’’angioplastica carotidea tradizionale sia destinata ad essere rivoluzionata dall’utilizzo degli stent denominati micro-mesh, tra i quali il Terumo, superando così i limiti delle strategie terapeutiche finora applicate. L’inserimento degli stent nell’arteria carotide e l’incisione chirurgica (endarteriectomia) praticata per rimuovere i depositi di grasso creati dall’aterosclerosi in situazioni molto impegnative dal punto di vista anatomico e morfologico, sono – e rimarranno – interventi a rischio intrinseco, anche se basso, d’embolia cerebrale sia procedurale che tardiva (dopo 48 ore). La disponibilità degli stent con tecnologia micro-mesh a doppio strato, quindi di device specifici e di ultima generazione, cambia la nostra prospettiva terapeutica circa l’applicazione estensiva dello stent carotidea nella prevenzione dell’ictus. Questo stent ha infatti dimostrato nel trial clinico di sicurezza Carenet ottimi risultati a favore del paziente: a sei mesi dal primo controllo, nessuna complicanza ha modificato il quadro neurologico nei 30 soggetti arruolati”.