Salute

L’inquinamento provoca oltre 34 mila decessi l’anno in Italia

L'inquinamento provoca oltre 34 mila decessi l'anno in Italia

Cancro, fumo, alcol, incidenti stradali. Le paure degli italiani circa la salute sono tante, ma c’è un nemico silenzioso e sottovalutato, di cui si parla poco ma che miete molte vittime: l’inquinamento provoca oltre 34 mila decessi l’anno in Italia. Lo evidenzia un recente rapporto elaborato dal Centro Controllo Malattie (CCM) del Ministero della Salute nell’ambito del progetto CCM VIIAS (Valutazione Integrata dell’Impatto dell’Inquinamento atmosferico sull’Ambiente e sulla Salute). Le famose polveri sottili presenti nelle nostre cttà, soprattutto in quelle più grandi, sono un vero fardello e si assiste al superamento continuo di soglie di inquinamento, fissate per legge come intollerabili, che fanno ogni giorno danno alla salute degli italiani, portando in alcuni casi anche a malattie incurabili.

Come detto il rischio aumenta in maniera direttamente proporzionale alla grandezza delle città e dunque alla quantità di traffico e di industrializzazione. Non sorprende allora che il fenomeno atmosferico legato all’inquinamento possiede infatti una valenza molto più elevata al nord, dove le vittime annuali sono circa 22500 e l’aspettativa di vita decresce mediamente di 14 mesi, contro i 6,6 mesi del centro e i “soli” 5,7 provenienti dalla media tra sud Italia e zone insulari. Nel 2005 il numero di decessi attribuibili all’inquinamento è stato, rispettivamente, 34.552 per il PM2.5, 23.387 per l’NO2 e 1.707 per l’O3. Nel 2010 si è osservata una forte diminuzione per il PM2.5 (21.524) e l’NO2 (11.993), soprattutto per le ridotte emissioni dovute alla recessione economica, mentre nel 2020, nonostante i miglioramenti tecnologici e le politiche adottate, si ha uno scenario tutt’altro che migliorato rispetto a dieci anni prima (28.595 morti per PM2.5, 10.117 per NO2). «Questi scenari mostrano come l’effettivo rispetto dei limiti previsti dalla normativa vigente, e soprattutto l’ulteriore diminuzione del 20% della concentrazione media annuale degli inquinanti – si legge in una nota – avrebbero ricadute positive sulla salute pubblica e sull’economia: seguendo le statistiche dell’Oms, infatti, 10.000 decessi evitati all’anno corrispondono a circa 30 miliardi di euro».

«Sarebbe importante adottare una politica di prevenzione unitaria ed efficace sia a livello nazionale che internazionale. Oggi, infatti, la pianificazione degli interventi spetta alle Regioni, a fronte di un fenomeno di inquinamento i cui effetti si manifestano su tutto il territorio nazionale, e anche fuori dai confini nazionali» spiega Luisella Ciancarella, che per l’ENEA ha curato i modelli del progetto Viias.

L’associazione Cittadini per l’Aria, ente non profit impegnato a lavorare per il miglioramento della qualità dell’aria, presente all’incontro che si è svolto a Roma commenta: “Oggi è un giorno molto importante per l’Italia e le politiche dell’aria; il giorno in cui il nostro Paese – e chi lo dirige – ha, nero su bianco, il dato delle morti premature e del danno sanitario, area per area, causati dagli inquinanti dell’aria. Questi dati – e dunque la certezza dell’insufficienza delle politiche messe finora in atto – obbligano chi governa a prendere coscienza che è indispensabile cambiare livello di ambizione sia sul fronte delle politiche nazionale e regionali, che su quello europeo. Occorre comprendere che grandissima parte di quelle morti si sarebbero potute evitare con politiche più efficaci e tempestive” spiega il presidente Anna Gerometta”. Il rispetto dei limiti previsti dalla normativa, e soprattutto l’ulteriore diminuzione del 20% della concentrazione media annuale degli inquinanti, avrebbero ricadute positive sulla salute pubblica e sull’economia: seguendo le statistiche dell’OMS, infatti, 10.000 decessi evitati all’anno corrispondono a circa 30 mld di euro.