Salute

Fertilità e nascite in calo, scatta il Piano nazionale

Fertilità e nascite in calo, scatta il Piano nazionale
E’ in continuo aumento il tasso di infertilità in Italia, e così sempre più culle restano vuote. Non si può stare a guardare, se non si vuole che il nostro Paese diventi sempre più per e di vecchi, e così scatta un piano nazionale per porre rimedio alla situazione.

I dati dicono che in Italia una coppia su cinque (il 20%) ha difficoltà a procreare per vie naturali. Un dato allarmante se si considera che solo 20 anni fa la percentuale era circa la metà. I dati sono stati presentati dal tavolo consultivo istituito sulla materia dal ministero della Salute e che ha portato all’elaborazione del Piano nazionale per la fertilità presentato dal ministro Beatrice Lorenzin.

Fertilità e nascite in calo, scatta il Piano nazionale

Tante le cause, a cominciare dall’età media più alta nella quale si decide di procreare, complice la crisi e l’assenza di lavoro e sicurezza economica, ma anche di cambiamenti di mentalità e culturali. Se per l’uomo l’età in cui decide di procreare è un problema relativo, per la donna non lo è e con il passare degli anni il tutto diventa sempre più difficile. Dopo i 35 anni, in particolare, il concepimento va incontro a difficoltà legate al fatto che la ‘finestra fertile’ femminile è limitata e che la qualità degli ovociti si riduce. Non solo: fumo, maggiore sedentarietà e consumo di alcool e rischio di obesità riducono le chance d gravidanza spontanea.Fertilità e nascite in calo, scatta il Piano nazionale

Dopo i 40 le possibilità di procreare sono del 10-15%, dopo i 43 quasi nulle. «Dati allarmanti indicano un aumento delle malattie sessualmente trasmissibili tra i giovani e in particolare gli under 20», ha ricordato la Lorenzin, sottolineando che il Piano prevede campagne di informazione ad hoc per i ragazzi. La Giornata nazionale di informazione e formazione sulla fertilità (o ‘Fertility Day’) e della Scuola di specializzazione in medicina della fertilità giunge a proposito. Interessato anche il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur) l’istituzione di una Scuola di specializzazione in Medicina della Fertilità, considerato che l’attuale denatalità (1,39 figli per donna nel 2013, colloca il nostro Paese tra gli Stati Ue con i più bassi livelli) mette a rischio il welfare.

Bisogna poi lavorare su qualità e quantità dell’informazione: i ragazzi ricevono la maggior parte delle notizie sulla sessualità dagli amici, seguiti da film e televisione, ma non da fonti certificate. Il 60% dei ragazzi dichiara di essere sessualmente attivo, oltre il 47% afferma di avere avuto rapporti non protetti.