Salute

Palermo, nasce il centro per le biotecnologie Chab

Palermo, nasce il centro per le biotecnologie ChabNasce Chab, che sta per Center for human health advanced biotechnologies: stiamo parlando del nuovissimo e innovativo laboratorio per le biotecnologie di Palermo, aperto al pubblico e al privato. Un centro all’avanguardia che ha beneficiato del finanziamento europeo da 29 milioni e che renderà la Sicilia un avamposto tecnologico importante grazie alla possibilità di realizzare sintesi di materiali biotecnologici e test in vivo.

Il gioiellino sorgerà in viale delle Scienze, all’interno della cittadella universitaria di Palermo. Potrà disporre di qualcosa come 2500 metri quadrati e godrà di 100 apparecchiature, 30 operatori, 3 macroaree e 12 laboratori. Non è ancora pronta, ma lo sarà prima di agosto, almeno queste le previsioni che dovrebbero essere rispettate.

C’è da crederci, considerato che nonostante non sia ancora completo, è già parzialmente operativo limitatamente ad alcuni laboratori da alcuni mesi.

La forza del Chab sta anche nei costi, dal momento che offre servizi inferiori del 30 per cento rispetto alla concorrenza europea e mondiale. I suoi interlocutori sono imprese di materiali, protesi e supporti biomedicali; centri di ricerca e innovazione sulla salute umana; centri che svolgono attività di biosensoristica e di biomateriali; centri di bio-tech; a strutture ospedaliere, laboratori farmaceutici, centri di analisi.

Parte integrante del progetto il rettore Roberto Lagalla, il responsabile scientifico del progetto Giulio Ghersi, i responsabili di alcuni laboratori di eccellenza (Gaetano Giammona, macro-area di materiali biocompatibili; Salvatore Feo, macro-area di biotecnologie cellulari e molecolari), Vincenzo Cavalieri (macro-area di analisi in vivo); Bruno Giuseppe Pignataro (apparecchiature speciali avanzate).

Giulio Ghersi: «Il Centro, che ha maturato il progetto dopo una lunga esperienza negli Stati Uniti – permette il superamento dei limiti che ricercatori e industrie hanno finora scontato nello sviluppare le proprie competenze fino allo stadio applicativo, consentendo loro di diventare più competitivi in Europa e nel mondo occidentale e fortemente attrattivi per l’intero bacino del Mediterraneo».

Lagalla: «L’Università di Palermo ha saputo intercettare grazie alla qualità della sua ricerca 180 milioni di euro nella progettualità 2007-2013 e il Chab è uno dei progetti di maggiore peso».