Scienza

Tumore al seno: campagna Pink is Good


Il tumore al seno è la neoplasia femminile più diffusa in Italia, con oltre 47.000 nuove diagnosi all’anno.

Al tempo stesso tuttavia, la ricerca scientifica ha compiuto passi da gigante e le guarigioni sono raddoppiate negli ultimi vent’anni. E’ quindi importante che la ricerca continui a lavorare per individuare soluzioni innovative, anticipare il più possibile la diagnosi, trovare nuove terapie e nuovi farmaci, in grado di sconfiggere definitivamente il tumore al seno.

Per questa ragione la Fondazione Umberto Veronesi, grazie al progetto Pink is good, nel corso del 2014 finanzia il lavoro di dieci ricercatori impegnati contro il tumore al seno in centri di eccellenza italiani, e per il 2015 intende rinnovare il suo impegno con un obiettivo ancor più ambizioso: sostenere il lavoro di 15 ricercatori contro il tumore al seno.

La prevenzione è dunque l’unica arma possibile per cercare di ridurre il rischio d’insorgenza del tumore al seno. Ovviamente queste piccole e semplici regole non valgono solamente per il tumore al seno ma bensì per tutti i tipi di tumore.

Ciascuno di noi dovrebbe dunque migliorare il proprio stile di vita. Questo significa seguire una dieta sana e bilanciata povera di cibi grassi e troppi zuccheri. Eliminare anche alcol e sigarette.

A migliorare il nostro stile di vita è poi l’attività fisica. La sedentarietà è un elemento dannoso per la nostra salute.

Una diagnosi precoce è possibile soprattutto per la diffusione su larga scala dei programmi di screening mammografico, che dalla seconda metà degli anni ’90 in Italia ha contribuito a determinare una riduzione della mortalità, con una diminuzione degli interventi di mastectomia .

Le cure attualmente disponibili includono la chirurgia, la radioterapia, la chemioterapia, l’ormonoterapia e le terapie biologiche, che si possono usare da sole o in combinazione, in base alle caratteristiche della paziente e della malattia.Tumore al seno: passi avanti della ricerca


La chirurgia oncologica mammarica ha compiuto passi da gigante, con un numero sempre maggiore di interventi conservativi (come la quadrantectomia ) rispetto a quelli mutilanti, soprattutto se dall’esame citologico il linfonodo sentinella risulta negativo.

Oggi è possibile fra l’altro la ricostruzione del seno già durante l’intervento, evitando alla paziente lo stress di un nuovo intervento e garantendo un miglior recupero.

E allora tutti insieme diciamo KO AL TUMORE AL SENO.

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