Saldi invernali 2013: date inizio tutte le città
Conto alla rovescia per l’inizio dei saldi. I negozianti si preparano ad aprire le porte dei negozi e a far entrare gente. Da nord a sud sperano che questi saldi invernali 2013 portino un’aria nuova.
I clienti nel corso di questi ultimi 12 mesi sono stati molto pochi. La crisi e le tasse elevate hanno portato molti negozianti a vendere.
Vedere i negozi pieni e la gente per strada con le buste è ormai un miraggio.
A far crollare la speranza dei negozianti è il Codacons.
Di recente infatti è emerso che a famiglia gli italiani spenderanno massimo 220 euro.
Una cifra bassissima. Negli ultimi cinque anni – spiega il Codacons – si è assistito ad una vera e propria decrescita degli acquisti del mercato vestiario.
Rispetto all’anno scorso c’è stato un calo del 15%.
Questo il calendario dei saldi divisi per regione:
Basilicata : 2 gennaio – 2 marzo 2013
Calabria: 5 gennaio – 28 febbraio 2013
Campania: 5 gennaio e per i successivi 90 gg
Emilia Romagna: 5 gennaio e per i successivi 60 gg
Friuli Venezia Giulia: 5 gennaio – 31 marzo 2013
Lazio: 5 gennaio – 15 febbraio 2013
Liguria: 5 gennaio – 18 febbraio 2013
Lombardia: 5 gennaio e per i successivi 60 gg (le promozioni dal 7 dicembre 2012)
Marche: 5 gennaio – 1 marzo 2013
Molise: 7 gennaio e per i successivi 60 gg
Piemonte: 5 gennaio e per le successive 8 settimane
Puglia: 5 gennaio – 28 febbraio 2013
Sardegna: 2 gennaio e per i successivi 60 gg
Sicilia: 2 gennaio – 15 marzo 2013
Toscana: 5 gennaio e per i successivi 60 gg
Umbria: 5 gennaio e per i successivi 60 gg
Valle d’Aosta: 10 gennaio – 31 marzo 2013
Veneto: 5 gennaio – 28 febbraio 2013
Provincia Autonoma di Bolzano: 7 gennaio – 18 febbraio 2013
Provincia Autonoma di Trento: i commercianti decideranno in autonomia il periodo dei saldi 2013, che dovrà durare 60 giorni.
Secondo un recente sondaggio fatto da Confcommercio sembrerebbe che la crisi si sia già fatta sentire a Natale.
C’è stato infatti un’aumento della percentuale di coloro che non hanno fatto gli acquisti per i regali (dall’11,8% del 2011 al 13,7%).
Sempre elevata (86,3%) la quota di chi invece i regali continuerà a farli.