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Paola Ferrari: chiede a Twitter maxirisarcimento

Paola Ferrari contro Twitter. La giornalista e conduttrice Rai che per tutti gli Europei è stato il volto degli azzurri raccontando in studio le imprese degli uomini di Prandelli, non ha digerito gli attacchi personali nei suoi confronti che si sono scatenati sui social network in una vera e propria crociata contro una professionista.

E inevitabilmente torna di moda il tema sempre più caldo della regolamentazione di internet, dove soprattutto sui social netowrk ci si può concedere un po’ di tutto nascondendosi dietro l’anonimato e confondendosi nella folla. Il risultato finale però, quando milioni di utenti si raccolgono in un forum o su un blog o su un social network, è che riescono a fare opinione, massacrando talvolta personaggi pubblici che non sempre la prendono con filosofia.


E’ il caso di Paola Ferrari, che si fa portabandiera di questa battaglia, in seguito alle offese ricevute durante l’Europeo. La sua causa è finalizzata a un maxi risarcimento che andrà alle vittime del terremoto in Emilia, ma soprattutto si propone di sensibilizzare il legislatore e l’opinione pubblica sul tema della regolamentazione su internet.

Insomma ‘sì’ alla libertà di espressione e alla libera circolazione del pensiero, ma ‘no’ all’impunità e alle offese gratuite che screditano il lavoro di un professionista.

Paola Ferrari ha spiegato la sua posizione e il suo disappunto a ‘Klauscondicio’, il programma di Klaus Davi su YouTube:

“La mia sarà una battaglia per una informazione più civile che si basa su una semplice regola sì e sempre alla libertà di critica, ma no alla libertà d’insulto e di diffamazione vigliacca e, soprattutto, anonima. Se dovessi ricevere un giusto risarcimento per i danni recati alla mia immagine professionale e personale, per altro costruita con il lavoro negli anni, tutto l’ammontare andrà ai terremotati dell’Emilia, gente, quella sì, che merita a prescindere per la compostezza e il coraggio che mostra”. Paola Ferrari: chiede a Twitter maxirisarcimento

“Con questo atto voglio dire un no chiaro. Il web non può diventare solo una bacheca della diffamazione anonima, dell’insinuazione volgare e del razzismo solo perché nel web c’è la libertà di espressione. Non è giusto usare la rete e i social network per insultare le persone, senza la possibilità di un contraddittorio, e questo accade soprattutto con Twitter. Se il web e i blog vogliono giocare un ruolo serio nell’informazione, allora devono comunque attenersi alle regole deontologiche di base e alle norme civili che valgono fuori dalla rete. Nessuno si riunisce pubblicamente per diffamare o insultare qualcun altro o, se lo fa, per lo meno è passibile di denuncia. Ecco, credo allora che la cosa valga anche per Twitter”.

Vedremo se Paola Ferrari vincerà la sua battaglia o no. In caso di successo, certamente per internet potrebbe essere una sorta di anno zero che modificherebbe in maniera sostanziale l’approccio dei singoli utenti e degli amministratori dei più grandi blog e forum di discussione.