Intrattenimento

Diaz G8: per Manganelli il momento delle scuse

Il capo della polizia, Antonio Manganelli, torna sulla sentenza della Cassazione sull’irruzione alla Diaz di 11 anni fa. Una sentenza giusta per molti, preoccupante per altri che crea una grave delegittimazione delle forze dell’ordine, adesso in grave difficoltà nel momento in cui si presenteranno altre soluzioni simili.


“E’il momento delle scuse. Sono orgoglioso di essere il capo di donne e uomini che quotidianamente garantiscono la sicurezza e la democrazia di questo Paese, rispetto il giudicato della magistratura e il principio costituzionale della presunzione d’innocenza dell’imputato, fino a sentenza definitiva. Per questo, l’istituzione che ho l’onore di dirigere ha sempre ritenuto fondamentale che venisse salvaguardato a tutti i poliziotti un normale percorso professionale, anche alla luce dei non pochi risultati operativi da loro raggiunti”.

“La sentenza della Cassazione va rispettata come tutte le decisioni della magistratura. Lo dice il ministero dell’Interno Cancellieri. La sentenza, dice il ministro,”mette la parola fine a una vicenda dolorosa che ha segnato tante vite umane in questi 11 anni. Non significa che si debba dimenticare. Anzi il caso della Diaz deve restare nella memoria”. Amnesty International non è soddisfatta e sostiene che “le pene non riflettono la gravità dei crimini accertati”.Diaz G8: per Manganelli il momento delle scuse

Ricordiamo che dopo nove ore di camera di consiglio la Cassazione ha deciso di confermare le condanne per falso aggravato a tutti i vertici della polizia, responsabili della violenta irruzione alla scuola Diaz, durante il G8 di Genova del 2001. La decisione prevede pure l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. E’ stato invece prescritto il reato di lesioni gravi per gli altri otto agenti coinvolti nei pestaggi. Così viene decapitata la polizia, perchè lasceranno il loro posto tra gli altri Luperi, ex vice direttore Ucigos, Gratteri, capo del Dipartimento anticrimine. Gli avvocati dei poliziotti hanno già annunciato che ricorreranno alla Corte di Strasburgo.