Salute

Marco Simoncelli video: morto in Motogp in un incidente a Sepang

C’è silenzio nel paddock di Sepang dopo la morte di Marco Simoncelli, vittima di un tremendo incidente che non gli ha lasciato scampo. Valentino Rossi, coinvolto nell’impatto e anche altri piloti, non sono ovviamente dell’umore giusto per rilasciare dichiarazioni. Sono tutti sconvolti.

 

Gli esperti si interrogano sulle cause dell’incidente, si cerca di trovare un colpevole nell’elettronica e si cerca di comprendere se la tragedia poteva essere evitata. Ma la sensazione è che ci sia stata tanta sfortuna, soprattutto perchè Simoncelli si è piegato a centro pista, mentre sopraggiungevano Rossi ed Edwards.

 

C’è chi cerca di trovare un responsabile nelle gomme, ma la sensazione è che sia accaduto qualcosa di imponderabile. I fatti verranno analizzati con calma. Lo sport delle moto ha una pericolosità insita e c’è una parte di imponderabile che non potrà mai essere evitata. La ricerca ha fatto molto, ma ancora molto c’è da fare. Ci sono parti del corpo dei piloti ancora molto esposte, così come ci sono analisi e riflessioni da fare.

 

Ad esempio il fatto che il casco di Simoncelli si sia staccato impone una ricerca da parte degli addetti ai lavori. L’elettronica o le gomme fredde non potranno mai essere abbastanza studiate: se arrivano due piloti da dietro che ti travolgono non ci sarà mai nessuna certezza.

 

Si tratta di uno sport in cui è insita la pericolosità, ma che quando perde un protagonista così non può fare a meno si fare paura. Simoncelli era allegro e spensierato, ma altrettanto professionista, meticoloso e pignolo. Da due anni in Motogp sembrava in netta crescita, Gran Premio dopo Gran Premio. Insomma nonostante i risultati non fossero ancora di assoluto livello, la sensazione di tutti era che fosse uno dei piloti più veloci, uno di quelli per il quale si sognava un futuro da campione.

 

La Honda aveva puntato su di lui e questa doveva essere la stagione della consacrazione. Il mondo dello sport perde un grande personaggio, pulito, competitivo e professionista. I piloti sanno che rischiano forte, sanno che possono perdere la vita e lo sanno a ogni Gran Premio. Ma si tratta comunque di atleti che corrono per vincere e vivere, non per morire. Non sarà mai questa una consolazione sufficiente per famiglia, colleghi e amici.

 

Il pensiero della morte è presente in uno sport così estremo, ma viene tenuto costantemente lontano in un circo colorato, spettacolare e allegro. E quando la tragedia si affaccia improvvisa e crudele, fa male come quando colpisce qualsiasi altra persona a questo mondo.

http://www.youtube.com/watch?v=o9w51p3Y_eM