Melania Rea ultime notizie: tocca a Ludovica
La possibilità che Salvatore Parolisi si sia avvalso di un complice per mettere in atto l’omicidio dell’ex moglie Melania Rea è un’ipotesi che gli inquirenti hanno sempre tenuto ben presente fin dalle prime settimane delle indagini.
Ma questo presunto complice non ha mai avuto un volto ne un identikit. La conferma e che a fronte della sicurezza con cui Salvatore Parolisi è stato prima iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio pluriaggravato e poi rinchiuso in carcere per un’ordinanza di custodia cautelare, mai altre persone sono state inserite nelle indagini se non per essere ascoltate come persone informate sui fatti.
Nemmeno le approfondite indagini sul corpo della vittima, sul terreno circostante il ritrovamento e sull’auto di Parolisi, oltre che le perquisizioni nelle sue abitazioni (quella dove viveva con moglie e figlia e quella dove si è trasferito dopo l’omicidio di proprietà dei genitori) hanno consentito sviluppi decisivi nelle indagini.
la scoperta di impronte vicino al cadavere non appartenenti a Parolisi, dimostra da un lato che la sensazione che ci sia un complice è fondata, e dall’altro che l’idea che gli inquirenti si sono fatti della scena del crimine è ancora orfana di molti elementi, dal momento che questa impronta non ha ancora un proprietario.
Tutti elementi che consentono ai legali di Parolisi di continuare a far valere le ragioni del proprio assistito, che sin dal primo momento si è sempre dichiarato assolutamente estraneo all’omicidio.
Nei prossimi giorni dovrebbe essere ascoltata l’amante Ludovica, persona informata sui fatti ma assolutamente al di sopra di ogni sospetto per quanto riguarda le indagini sull’omicidio: ha un alibi di ferro. Sorprende che una persona così vicina a Parolisi, che secondo alcune correnti di pensiero potrebbe avere involontariamente spinto il caporal maggiore all’insano gesto, non sia stata ascoltata prima. Gli inquirenti avranno certamente le loro buone ragioni e le loro strategie.
Il proprietario del chiosco testimonia DA SUBITO e cioè quando ancora non poteva essere influenzato dai media di aver visto Parolisi alle altalene giocare con la figlia,ribadisce che quella era una famiglia perchè con lui anche una donna spingeva l’altalena,tutti e due tenevano l’altalena in mezzo e la facevano dondolare.Descrive l’abbigliamento di Parolisi ma anche l’abbigliamento della donna(pantaloni chiari e giubbotto scuro)ed esclude categoricamente che fosse la figlia del titolare del Bar perchè la conosce bene.A questa testimonianza non viene dato alcun valore!Si cercano testi a S.Marco,il teste c’è ma non viene creduto!Assurdo!
Veronica sei molto disinformata, non se se in buona fede. Il proprietario del chiosco non ha potuo vedere Melania perchè la sua testimonianza, in base all’apertura del chiosco, si attesta attorno alle 15,30 quando la poveretta era morta da un pezzo in base all’esame autoptico. Quindi si sbaglia. Poi lui stesso ha ritrattato, meglio è rimasto sempre sul vago al momento del riconoscimento.
Fammi il favore, pantaloni chiari e giubboto scuro, è una descrizione talmente generica! Quante donne si vestono così! Poi da quella distanza è difficile riconoscere una persona…