Salute

Dipinti in terapia intensiva: nuova cura

Guarire con l’arte. Questo è il motto dell’ospedale fiorentino di Santa Maria Nuova. I dipinti sono stati posti nel corridoio in modo tale che siano visibili da ogni camera. Ciascun paziente girando lo sguardo può ammirare queste opere d’arte.

L’arteterapia viene dunque rivalutata come cura per i malati che si trovano in terapia intensiva.


Questa nuova e rivoluzionaria cura in realtà è già stata sperimentata in Italia ed in particolare in alcuni ospedali pediatrici.

Le opere sono state realizzate appositamente da Luca Alinari, uno dei pittori contemporanei più conosciuti, che ha voluto interpretare nei suoi quadri oggetti di uso quotidiano, a metà tra un sogno piacevole e la concretezza della casa.

Sono raffigurate montagne, alberi, sole, arcobaleno, mare, foglie, colline, fiumi cascate e visi umani. Un mondo da osservare e da perdersi dentro.

L’artista ha dichiarato: “Ho cercato la vitalità e la positività, ho voluto l’idea di normalità della vita dei pazienti, un’idea per cui valga la pena di vivere, forme e colori in cui si possa ritrovare la casa ed un pezzetto di famiglia”.

“Sì ma è un sogno tranquillo, di quelli dai quali ci si risveglia bene, così come bene devono risvegliarsi i malati in un ambiente vitale”.

Alinari da ottobre esporrà le sue opere anche in Cina.Arte in terapia intensiva: nuova cura

“Abbiamo commissionato le opere ad Alinari – spiega il direttore sanitario Marco Geddes da Filicaia – perché è un tipo di pittura positiva anche dal punto di vista terapeutico”.

“Ci sono ricerche autorevoli – spiega Geddes – di come determinati colori e forme raffigurante riducano il ricorso agli antidolorifici e gli stessi tempi di degenza”.

La nostra è una terapia intensiva aperta – spiega il direttore sanitario Marco Geddes da Filicaia – e la scelta di usare opere d’arte non per ‘arredo’ ma come terapia ne è una conseguenza”. Ci sono ricerche autorevoli, aggiunge, che spiegano come un diverso ambiente in ospedale, a cominciare dai colori per finire all’arte vera e propria, “sia in grado di ridurre il ricorso agli antidolorifici e lo stesso periodo di degenza”.

Alla base dunque c’è la convizione che un dipinto possa aiutare a guarire più velocemente. I colori e l’energia che essi racchiudono possono ridare non soltanto vitalità ma anche la speranza che presto torneranno a casa.