Uno studio internazionale mostra che la distribuzione del grasso corporeo è più importante della quantità complessiva per valutare i rischi cardiometabolici.
La ricerca sul grasso viscerale
Una ricerca pubblicata su BMC Medicine ha analizzato 572 persone attraverso la risonanza magnetica, monitorandole per 18 mesi. I dati hanno rivelato che il grasso viscerale, quello che si accumula attorno agli organi interni, ha un impatto sulla salute diverso rispetto al grasso sottocutaneo. Due individui con lo stesso indice di massa corporea (BMI) possono infatti avere rischi metabolici molto differenti in base a come il loro grasso è distribuito.
I risultati dello studio
Durante lo studio, anche una modesta riduzione del grasso viscerale è risultata associata a benefici significativi: miglioramento della sensibilità all’insulina e riduzione dei marcatori infiammatori. Al contrario, il grasso sottocutaneo, che si trova appena sotto la pelle, non ha mostrato gli stessi effetti negativi sul metabolismo. Questo dimostra che valutare solo il peso o la circonferenza addominale non basta a descrivere i reali rischi per la salute.
Nuovi approcci per la prevenzione
Gli autori sottolineano che comprendere le dinamiche del grasso viscerale apre a strategie di prevenzione più mirate. Chi presenta un’alta percentuale di questo tipo di grasso potrebbe beneficiare di interventi dietetici e programmi di attività fisica specifici. Secondo i ricercatori, il grasso superficiale tende a correlarsi con profili lipidici più favorevoli, mentre il grasso viscerale è legato a resistenza insulinica e maggiore rischio di diabete. La bilancia, dunque, non racconta tutta la verità: ciò che davvero conta è quale tipo di grasso viene perso.