Alimentazione

Infarto: attenzione al pesce fritto

Ci sono cibi ai quali è difficile rinunciare, che fanno parte della cultura popolare e che sono talmente buoni da non poter essere esclusi completamente dalla nostra dieta. Ma possono fare anche male, e per questo è bene limitarne il consumo.

Secondo un recente studio condotto dai ricercatori del Dipartimento di medicina preventiva dell’Università di Chicago, sembrerebbe che mangiare abitualmente pesce fritto aumenti le possibilità di avere un attacco di cuore.

L’autore di questo studio è il dottor Donald Lloyd-Jones. Ecco quanto dichiara il ricercatore sulla rivista “Circulation: Heart Failure”: “L’assunzione di pesce al forno o alla griglia può ridurre il rischio d’infarto, mentre la maggiore assunzione di pesce fritto può aumentare il rischio di insufficienza cardiaca nelle donne in post-menopausa”.

I ricercatori hanno esaminato più di 80 mila donne. Dallo studio è emerso che i soggetti che assumevano una volta a settimana pesce fritto, avevano il 48% di probabilità di incorrere in un infarto.

Mangiare pesce fritto non solo fa ingrassare ma nuoce gravemente alla nostra salute e al nostro cuore. Il pesce fa bene ma dipende da come lo cucinate.

Insomma chi è abituato a mangiare pesce al forno o alla griglia vive molto di più. Inoltre sembrerebbe che pesce come salmone, sgombro e pesce azzurro sia più salutare rispetto a tonno, pesce bianco (sogliola, dentice e merluzzo).

Il dottor Donald Lloyd-Jones, lavora presso la Northwestern University Feinberg School of Medicine (Illinois, USA). «Quando friggiamo il pesce non solo eliminiamo le buone qualità nutritive che lo contraddistinguono, ma aggiungiamo anche sostanze dannose prodotte durante il processo di cottura».