Medicina

Mini pacemaker, si impianta in 180 secondi

Mini pacemaker, si impianta in 180 secondi
Ecco a voi il pacemaker più piccolo del mondo, impiantato per la prima volta al Policlinico di Bari. Una eccellenza merito dell’équipe del Direttore della Cardiologia Universitaria, il Prof. Stefano Favale. Un vero e proprio gioiello di tecnologia considerato che oltre al record di dimensioni ha anche richiesto pochissimo tempo per la procedura di impianto.

Parliamo di 180 secondi, solo tre minuti per completare l’operazione di impianto del micro pacemaker Micra™ Transcatheter Pacing System (TPS). Si tratta di un “sistema di stimolazione intracardiaco transcatetere” che riesce a essere grande solo un decimo degli altri pacemaker.

Un punto fermo nella cardiologia che mette l’Italia ai primi posti al mondo grazi a un’operazione multicentrica che nell’ultimo periodo sta coinvolgendo 12 aziende ospedaliere e cliniche tra le città di Bari, Bologna, Brescia, Cotignola, Milano, Pisa, Roma, Torino e Udine.

Il micro pacemaker viene impiantato direttamente nella cavità cardiaca attraverso la vena femorale e ha il grande vantaggio, tra i tanti, di non necessitare di un impianto di elettrodi di stimolazione.
Dopo he viene impiantato, si procede al fissaggio mediante piccoli ganci per poi emettere impulsi elettrici capaci di regolarizzare il battito cardiaco per merito di un elettrodo installato al suo interno.

Le dimensioni ridotte sono fondamentali per il futuro dei pacemaker, ma occhio anche a quelli esterni, come il pacemaker da polso che si indossa come un normale orologio automatico. C’è poi la tecnologia della ricarica del pacemaker wireless, che elimina l’intervento periodico.

“Questa è la prima importante innovazione, perché non c’è bisogno di una vera operazione chirurgica” ha spiegato il direttore S.C. Cardiologia 3 Elettrostimolazione dell’Ospedale Niguarda Ca’ Granda di Milano, Maurizio Lunati, continuando “l’altra è che questo dispositivo concentra in unica componente quello che nei vecchi dispositivi era diviso in due, ovvero la scatola e i fili. Si tratta di un primo passo importante verso la nuova tecnologia, ma occorre ricordare che il device è adatto soprattutto a casi particolari, come il blocco atrioventricolare avanzato e la fibrillazione atriale con lenta risposta ventricolare”.

Micra TPS ha tra le sue caratteristiche l’assenza di fili o cateteri, grazie alla quale elimina la necessità di incisioni con azzeramento o quasi di complicanze post-operatorie.
Nell’aprile 2015 il pacemaker ha ricevuto il marchio CE grazie ai risultati ottenuti con i primi 60 pazienti arruolati nello studio clinico mondiale Micra Transcatheter Pacing Study, a distanza dei primi tre mesi dall’impianto.