Medicina

Hiv e malattie infettive, in Italia contagi 90% per via sessuale

Hiv e malattie infettive, in Italia contagi 90% per via sessualeA Riccione importante evento per parlare di Hiv, con un focus particolare su vaccini, ricerca italiana, situazione dei malati e nuove scoperte. Un evento importante per un contatto con la comunità scientifica, sottolineando l’importanza di battere nuove strade per la diagnosi e la cura dell’Aids. Si punta in particolare su interazioni tra ricerca di base, ricerca diagnostico-clinica ed esigenze delle persone sieropositive.

La VII Conferenza italiana su AIDS e retrovirus ha evidenziato anche come nell’ultimo anno le nuove infezioni sono state oltre 3000 e che nel quasi 90% dei casi i contagi sono dovuti a trasmissione sessuale e non causate dalla tossicodipendenza. Le persone più colpite sono quelle che vanno dai 30 ai 39 anni, ma purtroppo si registra un aumento delle infezioni tra i 25 e 29 anni.

“La ricerca italiana è all’altezza delle altre nazioni europee” afferma il professor Adriano Lazzarin, presidente Icar, e primario della Divisione di Malattie Infettive Irccs San Raffaele. Il principio alla base di questa affermazione è molto semplice: “i farmaci antiretrovirali sono disponibili per tutti. L’Italia è stata efficiente anche nell’ottenerli nella fase di sviluppo; si dovrebbe rendere più rapida la registrazione per averli a disposizione”.

Inoltre un vantaggio del sistema italiano sta nel fatto che esiste un piano di intervento ministeriale con una legge centrata sui professionisti di settore (centri e ambulatori di malattia infettiva, distribuzione farmaci negli ospedali) (L. 135/90). Non solo: gli 11 progetti finanziati dall’Unione europea sulle malattie infettive vedono una leadership italiana.Hiv e malattie infettive, in Italia contagi 90% per via sessuale

“Una discussione – spiega una dei tre presidenti del Congresso Prof.ssa Cristina Mussini che sarà riproposta e approfondita proprio durante il congresso, con gli epatologi della SIMIT e con quelli di AISF, che presenteranno lavori al fine di promuovere questa sensibilità. Infatti, sarebbe importante che, come sottolineano le nuove Linee Guida Europee, anche in Italia i pazienti con co-infezione HIV-HCV possano avere accesso ai nuovi farmaci in presenza di un grado di fibrosi anche lieve”.

Uno dei problemi sta nel fatto che “Almeno la metà delle persone a cui viene diagnosticata avviene con infezione avanzata”, ha spiegato Laura Sighinolfi, responsabile della struttura semplice per la gestione Infezione da HIV della Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara. Il 40% della popolazione italiana si sottopone ai test solo quando inizia ad avere a che fare con i primi sintomi dell’infezione. Ma la cosa più importante resta sempre la prevenzione e quindi l’uso del preservativo durante i rapporti, soprattutto con partner nuovi o occasionali.