Bellezza

Protesi al silicone… buon 50° compleanno!

50 compleannoLa signora Timmy Jean Lindsey, che oggi ha ottanta anni, non avrebbe mai immaginato di legare il suo nome, 50 anni fa, alle prime protesi mammarie impiantate negli Stati Uniti.

Erano gli anni ’50 e, in America, la rivista Playboy e la bambola Barbie rivestivano un ruolo chiave nell’immaginario femminile. Le influenze culturali riunite intorno all’ideale del seno prosperoso, cominciavano a mandare messaggi e, da allora, nel corso degli ultimi decenni la chirurgia estetica in tutte le sue declinazioni, è diventata uno status symbol e un mezzo per donne e uomini per apparire più belli e più giovani. Nel corso degli anni, si è verificato anche un fenomeno nuovo: la mastoplastica additiva è diventata l’oggetto del desiderio di ogni tipologia di donna. La crescente esperienza clinica, il progresso tecnologico e l’aumentata richiesta di prodotti ha portato le aziende ad investire sempre più nella ricerca per ottenere le protesi con le migliori caratteristiche possibili.

Le protesi mammarie in silicone rimangono il mezzo più sicuro ed efficace per aumentare il seno in quanto vengono testate e impiantate da cinquant’anni. La loro sicurezza, anche riguardo l’insorgenza del cancro al seno o di malattie autoimmuni, è stata scientificamente dimostrata nel corso di tutti questi anni di utilizzo clinico.

Il punto sulle protesi mammarie ci viene fatto dal Prof. Mario Dini di Firenze, esperto in Chirurgia Estetica che ci spiega intervento e aspetto psicologico della chirurgia plastica e estetica.

Come ci spiega il Professor Dini: La chirurgia plastica del corpo include tutte quelle tecniche chirurgiche rivolte a migliorare o a rimodellare quelle parti corporee che non sono in armonia con il resto del fisico o per mezzo delle quali possiamo correggere anche difetti e malformazioni congenite, come la mastoplastica additiva per aumentare un seno piccolo o quella riduttiva per diminuire il volume di un seno troppo ingombrante; la mastopessi per risollevare un seno caduto e svuotato dopo un dimagrimento o una gravidanza.

Sono interventi “estetici” che aiutano i pazienti a tornare in forma, sia fisica che psichica, in breve tempo ma pur tuttavia si tratta di interventi chirurgici con le loro implicazioni in termini di tecnica chirurgica, di anestesia, di complicanze precoci e tardive, di tempi di recupero, di sfaccettature psicologiche spesso sottovalutate.

Quando si decide di ricorrere ad un intervento di chirurgia plastica estetica è fondamentale che tra paziente e chirurgo si stabilisca un rapporto empatico e di fiducia. Indispensabile e preliminare è il colloquio durante il quale si procede ad un’accurata raccolta della storia clinica (precedenti interventi, eventuali allergie a farmaci, presenza di malattie) per poi passare ad una visita generale con particolare attenzione al difetto da correggere o migliorare.

E’ importante, una volta posta l’indicazione all’intervento, una pianificazione dello stesso: spiegare i benefici ma anche gli svantaggi, la localizzazione delle cicatrici e la loro possibile evoluzione. Ricordare sempre alle pazienti che noi siamo chirurghi plastici dotati di bisturi, non “maghi Merlino con bacchetta magica”.

E non dimenticare la sfera psicologica: il cambiamento è radicale e per sempre. Non si può tornare indietro. Non si può togliere e mettere a piacimento! In qualche caso quindi, una chiacchierata con lo psicologo aiuta a comprendere e ponderare meglio la scelta che si vuole intraprendere.

Inutile recarsi dal chirurgo con le foto di soubrette e attrici famose pretendendo lo stesso risultato. Non si fanno “miracoli”: per quelli bisogna invocare altre persone in altre sedi. Ognuno di noi ha un fisico diverso da quello di un’altra persona, con una miriade di reazione biochimiche e biofisiche a qualsiasi tipo di “insulto” differenti dagli altri e l’andamento di un intervento ed il risultato estetico finale dipendono anche da questo oltre che dalla tecnica e dalla bravura del chirurgo.

Un altro aspetto importante è la “compliance” delle pazienti. Termine inglese che letteralmente significa acquiescenza, adesione che in questo caso assume una sfaccettatura particolare: che la paziente abbia compreso bene tutte le informazioni ricevute e sia consapevolmente informata e pronta ad affrontare l’intervento e tutto quello che ne conseguirà, ad attenersi ai consigli del chirurgo nel post operatorio ed alle regole pattuite al fine di non interferire con la guarigione ed il buon esito dell’intervento.

Un risultato esteticamente gradevole dipende anche dalle pazienti: dallo stile di vita, dalle abitudini alimentari, dall’attività fisica e da quegli accorgimenti necessari, nell’immediato post operatorio, che aiutano e raggiungere il risultato desiderato e a mantenerlo duraturo nel tempo (reggiseni contenitivi, guaine elastiche, calze riposanti, attività fisica moderata a seconda dell’intervento eseguito, abolizione del fumo di sigaretta e di bevande alcooliche).