Salute

Mano robotica in 3D: costa meno di uno scooter, arriva nel 2017

progetto SofthandTutto pronto per la prima mano stampata in 3D che costerà meno di un motorino. Dovrebbe essere disponibile per essere messa in commercio nel giro di un paio d’anni, in attesa che si concluda la fase di sperimentazione presso il Centro protesi dell’Inail a Budrio.

Ma la buona notizia è che i primi test effettuati sulla prima mano stampata in tre dimensioni hanno dato risposte positive. Ci sono insomma tutte le premesse perchè la tabella di marcia venga rispettata e la mano possa diventare commercializzabile nel 2017.

Sarebbe una vera e propria rivoluzione nel settore, considerato che parliamo della prima protesi di questo tipo ad alta tecnologia accessibile ad un grande numero di persone amputate per merito del suo prezzo ridotto.

Non sorprende allora che il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, abbia deciso di proporre il nuovo dispositivo nei Livelli essenziali di assistenza (Lea). Un successo italiano quello del progetto Softhand. Questa mano è il frutto dell’accordo da 11,5 milioni di euro risalente a dicembre 2013 stipulato tra Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) e Inail. Come detto i tempi pronosticati al momento parlano di una commercializzazione possibile nel 2017. Prima infatti si dovrà concludere l’iter sperimentale presso il Centro protesi dell’Inail a Budrio (Bologna).

Il prezzo contenuto della mano, paragonato a quello di uno scooter e anche meno, è la vera novità di questo progetto, dal momento che il costo ridotto lo renderà accessibile a un gran numero di persone, cambiando le loro vite. La commercializzazione avverrà nell’ambito della start up che sta nascendo nell’ambito dell’Iit. I dettagli sono forniti dal direttore scientifico dell’Istituto Italiano di tecnologia, Roberto Cingolani, l’occasione è stata l’evento organizzato a Roma per presentare la mano robotica e al quale hanno partecipato i ministri della Salute, Beatrice Lorenzin, e del Lavoro, Giuliano Poletti, e il presidente dell’Inail, Massimo De Felice.

Il direttore generale dell’Inail, Giuseppe Lucibello sottolinea come vada «promossa la convergenza delle eccellenze italiane nei campi clinico e tecnologico, per creare una massa critica capace di competere a livello internazionale».

Antonio Bicchi, direttore del centro ricerche Piaggio dell’università di Pisa: «È una mano vera e semplice da utilizzare, anche se è il risultato di una tecnologia complessa». «È soft e si adatta ad afferrare oggetti diversi, anche fragili, e nello stesso tempo è molto robusta, tanto da poter utilizzare con forza un martello».

La mano è infatti realizzata in materiale plastico con alcune componenti metalliche, il che la rende robusta, leggera e flessibile. Dispone di un tendine artificiale che consente di riprodurre i movimenti naturali. AL suo interno due sensori recepiscono i segnali naturali dei muscoli del paziente.

La prima sperimentazione è stata fatta su Marco Zambelli, di Sant’Agata Bolognese, convinto che «la mano ha grandi potenzialità e dal punto di vista meccanico permette di muovere le articolazioni delle falangi fino a chiudere il pugno». Ma il progetto Iit-Inal non si ferma: «oltre alla mano – ha detto il direttore generale dell’Iit, Simone Ungaro – sono in arrivo nel 2017 degli esoscheletri per le gambe e, nel 2016, una piattaforma che funziona come una sorta di fisioterapista robotico, in via di sperimentazione in collaborazione con squadre di calcio».