Medicina

Disturbi infiammatori intestinali: nella cannabis medica nuova possibile terapia

La sperimentazione della cannabis come terapia dei disturbi infiammatori cronici intestinali era già stata messa a punto in Canada, quando per la prima volta un team dell’Università di Calgary riuscì a dimostrare i benefici dei cannabinoidi su cavie di laboratorio affette da questo tipo di patologia. Ma un nuovo studio particolarmente concentrato sulla colite ulcerosa è stato appena pubblicato come conferma dell’azione protettiva e terapeutica di un farmaco cannabinoide prodotto dalla nota società britannica GW Pharmaceuticals, leader mondiale nella produzione di medicinali a base di cannabis medica. La colite ulcerosa è una infiammazione che interessa la mucosa intestinale, in particolare il colon e la zona rettale, e si manifesta sotto forma di grave diarrea e di vere e proprie lacerazioni, che provocano il sanguinamento e il versamento del muco nel lume dell’intestino. Per quanto riguarda la sua diffusione in Italia non vi sono dati ufficiali certi, ma si può stimare che vi siano tra i 6 e gli 8 nuovi casi all’anno ogni 100.000 abitanti. Non sono ancora totalmente chiare neppure le ragioni che determinano la malattia, ma è stato osservato che ciò che potrebbe generarne l’insorgere sono fattori genetici, ambientali, infettivi o immunologici.Disturbi infiammatori intestinali Secondo il dott. Peter Irving del Guy’s Hospital di Londra, che ha coordinato l’ultimo studio, il farmaco cannabinoide GWP42003 potrebbe essere sostituito agli altri medicinali su tutti quei pazienti che hanno risposto negativamente alle terapie tradizionali, che causano spesso pesanti effetti collaterali. Da perfezionare, invece, la percentuale di THC – il componente psicoattivo della cannabis – presente nel farmaco, a causa del quale alcuni pazienti hanno dovuto interrompere la sperimentazione. I risultati del test, nonostante la riduzione del numero iniziale dei pazienti in esame, sono stati positivi: nel 41% dei casi, infatti, si è osservata una sensibile diminuzione dei comuni sintomi determinati dalla colite ulcerosa e il 93% dei pazienti ha dichiarato di avvertire miglioramenti, contro il 60% dei malati trattati con placebo. Questa ennesima pubblicazione sui benefici nella cannabis medica dimostra come questa sostanza potrebbe essere maggiormente sfruttata per fini terapeutici. Tra le malattie infiammatorie intestinali già sottoposte a test con trattamenti a base di cannabis medica, troviamo nella letteratura scientifica anche il morbo di Crohn, il dolore addominale determinato da varie patologie, varie forme di diarrea cronica, e per ultimo la nausea e il vomito. I principi attivi estratti della marijuana medica sono in grado inoltre di curare cancro, epilessia e sclerosi multipla, oggi trattata anche in Italia con il Sativex, un farmaco prodotto sempre dalla GW Pharmaceuticals, e oggi in sperimentazione per il dolore determinato da varie forme tumorali. La ricerca, infatti, continua ad approfondire gli effetti dei cannabinoidi su varie patologie: lo stesso farmaco impiegato per la ricerca londinese sulla colite ulcerosa, infatti, è in fase di sperimentazione anche per glioma, schizofrenia e danni cerebrali nel neonato causati da ischemia. La GW Pharmaceuticals, soddisfatta degli ultimi risultati, ha assicurato che provvederà presto al collaudo di un farmaco contenente un minor tasso di THC, per arrivare a poter trattare i pazienti in modo più sicuro ed efficace, evitando così tutti i possibili effetti collaterali.