Scienza

Giornata nazionale epilessia: 500 mila italiani ne soffrono

In occasione della Giornata Nazionale per l’Epilessia, che si celebra il prossimo 4 maggio, la Società Italiana di Neurologia (SIN) sottolinea l’importanza della ricerca scientifica nell’individuazione delle cause, nella diagnosi e nello sviluppo di nuove terapie.

Riconosciuta come malattia sociale per la sua elevata incidenza sulla popolazione (circa 500.000 gli italiani che ne soffrono), l’epilessia fa registrare ogni anno 25.000 nuovi casi nel nostro Paese, tra cui principalmente bambini, adolescenti e over 65.

L’epilessia è una malattia neurologica caratterizzata dalla ripetizione cronica di crisi epilettiche, cioè di attacchi improvvisi e transitori che si manifestano sotto forma di convulsioni, turbe sensoriali, cognitive, e che sono provocati da un’attività parossistica dei neuroni. Epilessia: la chirurgia può aiutare molto


Mentre in molti casi sono ben identificabili le cause che possono portare all’insorgenza dell’epilessia, quali quelle genetiche, neoplastiche, traumatiche, vascolari o infettive, in moltissimi altri il suo esordio avviene senza cause apparenti, in individui che non presentano alcun disturbo sul piano neurologico e cognitivo.

Oggi, sono stati compiuti straordinari passi in avanti dalla ricerca scientifica nella cura delle epilessie.


“Tecniche avanzate neurofisiologiche e di neuroimaging – dichiara il Prof. Umberto Aguglia, Coordinatore Gruppo di Studio Epilessie SIN, Professore Ordinario di Neurologia presso l’Università Magna Graecia di Catanzaro e Direttore del Centro Regionale Epilessie A.O. Bianchi Melacrino Morelli Reggio Calabria – hanno aperto nuovi ed entusiasmanti orizzonti nella comprensione dei meccanismi che sottendono le epilessie.

Nuovi farmaci antiepilettici, meglio tollerati dai pazienti, sono stati recentemente immessi in commercio mentre altri sono in fase di sperimentazione. Inoltre – conclude il Prof. Aguglia – le moderne risorse diagnostiche consentono di individuare sempre più precocemente le persone con epilessia farmaco-resistente che possono dunque giovare di una terapia neurochirurgica, ovvero dell’asportazione della cosiddetta zona epilettogena, zona cerebrale in cui hanno origine le crisi epilettiche.”

Se adeguatamente curati, i pazienti affetti da epilessia possono condurre una vita normale, attiva e produttiva, e le donne, se opportunatamente informate e seguite da uno specialista in neurologia, possono affrontare con serenità una gravidanza e avere figli sani.

Inoltre, rivoluzionari sistemi di monitoraggio neurofisiologico continuo, che permettono di predire e quindi bloccare l’insorgenza delle crisi epilettiche, sono stati già sperimentati con successo nell’uomo e costituiscono un altro importante traguardo raggiunto dalla ricerca a beneficio delle persone affette da tale patologia.

La Società Italiana di Neurologia è da sempre impegnata nello sviluppo di ricerche cliniche multicentriche nazionali sulle malattie neurologiche correlate all’epilessia, nella consapevolezza che la qualificazione professionale e la ricerca scientifica rappresentano strumenti essenziali nelle terapie di tale patologia.