Salute

Uso di droghe: sintomi e conseguenze

Le dipendenze sono malattie evolutive che possono svilupparsi dall’uso di sostanze e che spesso iniziano durante l’adolescenza con l’uso di tabacco, alcol e/o cannabis. Gli studi degli ultimi 20 anni hanno evidenziato che il cervello
umano, pur essendo completo già alla nascita, arriva alla sua piena maturità solamente dopo il 20° anno di età.

Il cervello di un adolescente di 14-15 anni è parzialmente sviluppato e fortemente legato ed influenzato dalle emozioni.
Il sistema limbico che media l’emotività e gli impulsi si sviluppa infatti precocemente ed è situato nelle strutture profonde del cervello. uso-di-droghe


La corteccia prefrontale e frontale, che sono le parti legate alla razionalità, alla cognizione, alle funzioni sociali e al linguaggio, maturano completamente più tardi, attorno ai 25 anni, e sono le regioni che possono controllare
volontariamente e razionalmente i comportamenti e le decisioni prese d’impulso, sotto la spinta delle emozioni.

L’uso di droghe colpisce diverse regioni del cervello ma in tutte queste, direttamente o indirettamente, viene
aumentata la quantità di dopamina nel nucleo accumbens e favorisce la comparsa di dipendenza.


L’esposizione del cervello dei giovani alle droghe, soprattutto se precoce, può comportare profonde conseguenze di plasticità cerebrale. Il cervello, infatti, mostra chiari cambiamenti oltre che funzionali anche strutturali e metabolici
causati dall’uso continuativo di droghe che possono persistere a lungo, anche dopo una prolungata astinenza. I circuiti cerebrali responsabili del giudizio, dell’apprendimento e della memoria, infatti, iniziano a subire cambiamenti fisici di lunga durata e il comportamento di desiderio/ricerca della droga si fa automatico e compulsivo, innescando
quindi una vera e propria dipendenza.

La transizione verso la dipendenza può avere fenomeni di neuroplasticità su tutte quelle strutture che possono subire cambiamenti del sistema dopaminergico mesolimbico ed in particolare sui recettori. L’uso di droghe, infatti,
aumenta la dopamina nel nucleo accumbens che è considerato la causa dei neuroadattamenti e che risultano, poi, nella
dipendenza.

Un altro importante aspetto da considerare è che le evidenze epidemiologiche e della pratica clinica hanno dimostrato che non tutti gli individui, entrati in contatto con sostanze stupefacenti, hanno uguale rischio di sviluppare
uno stato di dipendenza.

Le caratteristiche individuali, famigliari, ambientali e sociali concorrono a creare le condizioni di aumentato
o ridotto rischio di uso di sostanze e costituiscono lo “stato di vulnerabilità”. Questo stato è una combinazione di fattori di rischio e di fattori di protezione in grado di dare luogo a situazioni in cui l’individuo, sottoposto a rischi, può sviluppare uno stato di tossicodipendenza.