Intrattenimento

Pensioni riforma Letta 2013: esodati in aumento

Le pensioni sono il primo argomento sull’agenda Letta al rientro dalle vacanze estive, ammesso che questo esecutivo possa permettersi qualche giorno di ferie. Le riforma pensioni dovrà essere improntata sulla flessibilità.


L’obiettivo è intervenire sulla riforma Fornero. Indubbio che siano maturati risparmi che però dipendono dall’innalzamento automatico dei requisiti. Innalzamento che però sta causando, giustamente, malumori in imprese e lavoratori. Proprio le imprese sperano di recuperare la possibilità di una uscita anticipata dei lavoratori attraverso incentivi e scivoli in grado di accompagnare il dipendente al traguardo previdenziale.


Attendono anche risposte anche gli esodati, categoria creata proprio dalla riforma Fornero. Si tratta di quei lavoratori che avevano sottoscritto accordi con le aziende per un accompagnamento verso una pensione che però si è spostata in avanti, lasciandoli senza reddito e senza pensione.

Il governo Letta dovrà fronteggiare un esercito di 130mila esodati, che secondo altre stime arrivano addirittura a 350mila. Senza considerare la categoria degli esodandi, esodati che potrebbero essere creati a breve da molte imprese in procinto di avviare processi di ristrutturazione.

Pensioni riforma Letta 2013: esodati in aumento
“Bisogna affrontare la crisi con risposte condivise tra i Paesi” dice il presidente della Repubblica, Napolitano, in un messaggio inviato al suo omologo francese, Hollande, in occasione della festa nazionale.

“La collaborazione tra Italia e Francia -spiega- rappresenta un imprescindibile contributo alla pace e alla prosperità dell’Europa e della regione mediterranea. I nostri Paesi affrontano insieme le impegnative sfide del nostro tempo, a cominciare dalla grave crisi economica e sociale che ha colpito l’Europa”.

“Non c’è nessuna manovra correttiva in vista. Sarebbe un provvedimento autolesionista perché, oltre ad aggravare la recessione, aumenterebbe il debito pubblico”. Lo afferma il viceministro all’Economia, Fassina. Anche il ministro della P.A., D’Alia, è dello stesso avviso e sostiene: “Non credo sia necessaria una manovra correttiva, né è alle porte”.

Il governo, aggiunge, “sta facendo un lavoro difficile” e già essere “fuori dalla procedura Ue per eccesso di deficit” porterà vantaggi al Paese. Poi propone di “spostare la tassazione dall’impresa alla rendita” e conclude: “Lasciamo lavorare Saccomanni, che lavora in modo egregio”.