Melania Rea ultime notizie: test Dna per Ludovica
Le indagini in merito al caso di Melania Rea continuano senza sosta. Ora la Procura di Teramo ha disposto un prelievo di materiale biologico per analizzare il Dna di Ludovica Perrone. La donna era amante da circa due anni di Salvatore Parolisi, marito di Melania Rea. In questo modo gli inquirenti e la difesa vogliono capire in modo definitivo il ruolo che ha avuto la soldatessa Ludovica in questa vicenda.
Intanto la Procura di recente non ha confermato il test a Ludovica: “Non c’è stato nessun prelievo gli inquirenti potrebbero decidere di effettuarlo ma al momento lo si ritiene ininfluente, considerato che la soldatessa ha offerto ampia dimostrazione di non essere nella zona del delitto nel periodo in cui questo è avvenuto”.
Dunque non ci sarà per ora alcun prelievo di materiale genetico sulla soldatessa Ludovica Perrone. Per ora si ritiene il test del dna per Ludovica “ininfluente” e dunque da non effettuare.
Intanto si attendono i risultati del materiale preso nella casa di Foligno, dove il caporalmaggiore ha abitato con Melania, scomparsa a soli 29 anni.
L’unica a non essere stata ad ammazzare Melania è proprio Ludovica, perché ha un alibi a prova di ferro o di bomba, ed il test del DNA la escluderebbe categoricamente. Ciò che mi sorprende invece è l’intervista del GIP. Che cosa non si farebbe pur di apparire, ahi che tentazione, ed il Magistrato avrebbe dovuto rispettare il silenzio. Comunque sia, l’ex GIP Cirillo di Teramo, ha espresso i suoi dubbi, in realtà molto pochi, 10% a fronte del 90% di contrari, che fanno ritenere credibilmente che sia stato materialmente e direttamente Salvatore ad uccidere Melania. E’ come dire che si discute di un’ipotesi possibile teoricamente, ma poco probabile realisticamente, a fronte di una tesi consolidata. L’ex Giudice per le indagini prelininari esprime soltanto un ragionevole dubbio umano, che personalmente è apprezzabile, ma che per la carica che ha rivestito, e che ricoprirà come presidente di Corte d’Assise, mi pare, e quindi giudicherà proprio di omicidi, avrebbe fatto meglio a tenere riservato per sé, magari confidandolo ad amici, parenti o stretti collaboratori, sbagliando invece nel diffonderlo pubblicamente, per la ripercussione impropria ed esagerata del risvolto specie nei media. In ogni caso, è immaginabile che ogni giudice togato o popolare che sia, possa avere una crisi di coscienza davanti all’affermazione assoluta di colpevolezza di un imputato od indagato, ma i giudizi umani purtroppo sono sempre parziali e non categorici, e non vi è dubbio che la responsabilità di Parolisi sia molto probabile da essere verosimile. Ma anche l’alternativa ipotetica proposta da Cirillo, per cui Salvatore avrebbe consegnato la donna ai suoi carnefici, senza che oggi dica una parola ai magistrati in tal senso, non lo libera assolutamente dalla responsabilità e colpevolezza in ordine all’assassinio di sua moglie, perchè il suo concorso in omicidio volontario aggravato non scema minimamente, allargando i soggetti coinvolti nel delitto.
Visto i misteri che ci sono nelle caserme dove esiste la presenza di soldatesse, non darei per scontato l’alibi di ferro. Così come si concedevano licenze e avanzamenti, ci potrebbe stare anche l’ipotesi di un permesso che però non risulta sulla carta poi, la questione è diventata talmente grave, che chi avesse concesso il permesso “coperto”, si guarda bene dal parlare. Stomachevole la lettera di Parolisi all’amante, altro che uomo distrutto, l’erotomane incallito, non ha una parola di cordoglio per la moglie,ne un briciolo di pietà. Con quale coraggio reclama “l”amore” quando con schifoso egoismo sta infierendo persino sulla memoria della moglie!